Domenica mattina l’assemblea
(Dino Taschetta, presidente della cooperativa Colomba Bianca)
Dino Taschetta va verso la conferma per il ruolo di presidente della cooperativa Colomba Bianca a Mazara del Vallo.
Per la Colomba Bianca, numeri da record: 8.100 ettari di vigneti, 2.167 soci, 5 cantine, 33.244 chilometri di filari. Quest’anno, poi, la produzione dovrebbe attestarsi sui 650 mila quintali di uve, con 550 mila ettolitri di vino prodotto ed il 20 per cento del totale destinato all’export, con Inghilterra, Austria, Germania, Svezia, Olanda, Finlandia, Stati Uniti e Cina tra i paesi che comprano il vino siciliano. I territori della Colomba Bianca (43 i comuni attraversati dai vigneti), sono differenti tra loro per altezza e per composizione. I principali vitigni a bacca bianca coltivati sono Grillo, Catarratto, Grecanico, Inzolia, Chardonnay, Viognier, Zibibbo, Fiano e Sauvignon Blanc; i rossi sono rappresentati da Nero d’Avola, Syrah, Merlot, Cabernet sauvignon, Frappato, Sangiovese, Perricone e Nerello Mascalese.
Presidente, ancora una volta la sua conferma?
“(Ride, ndr). Aspettiamo. L’assemblea è sovrana e deciderà domenica mattina”.
Guida, però, Colomba Bianca da 18 anni…
“Vero, per me potrebbero essere altri tre anni intensi, e staccherei il traguardo dei 21 anni”.
Come sta vivendo Colomba Bianca questo momento così delicato per il mondo del vino?
“Dalle crisi non si esce facilmente, bisogna reagire e lavorare duramente. Credo, però, che in Sicilia non tutti abbiamo questa consapevolezza e si siano un po’ adagiati. Eppure qui ci sono delle potenzialità incredibili. Noi, a livello locale teniamo molto bene. A livello nazionale ed estero possiamo e dobbiamo fare di più”.
Si va, infatti, verso una produzione da record…
“Si. Dovremmo, se le previsioni si riveleranno azzeccate, chiudere con 650 mila quintali di uve prodotte, 550 mila ettolitri di vini ed un export che raggiunge quota 20 per cento, un dato finora mai raggiunto”.
All’estero che ne pensano della Sicilia?
“Spesso la nostra Isola è famosa per altre cose e non per il vino. Credo che manchi un’adeguata comunicazione, per far sapere al mondo quanto sono buoni i vini siciliani. Spero che la Doc Sicilia contribuisca a rendere la Sicilia più famosa nel mondo”.
Dell’Etna che idea si è fatto?
“Sono stati bravissimi e sono davvero orgoglioso di loro. Stanno attirando capitali da fuori e credo che tutti dovremmo prenderlo come un modello di sviluppo da seguire”.
Giorgio Vaiana