Il Consorzio di tutela del Piacentinu Ennese Dop ha un nuovo presidente. Si tratta di Pietro Di Venti che succede a Giuseppe Caruso, rimasto in carica per sei anni.
Di Venti, proprietario della Caseari Di Venti a Calascibetta, in provincia di Enna, nata nel 1929, gestisce un’azienda con 50 ettari di terreno coltivato in biologico e un allevamento con 300 pecore di razza comisana. Sua anche la produzione dello zafferano, ingrediente fondamentale nella preparazione del piacentino ennese, formaggio che deve il suo nome forse alla sua piacevolezza o forse al fatto che “piange” (piagentinu) lacrime di grasso che trasudano dalla forma.
Di Venti fa parte dei nove caseificatori che, insieme con quindici soci, costituiscono il Consorzio. Quest’ultimo, un mese fa ha ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali l’atteso riconoscimento come consorzio di tutela “cosa che – dice Raffaele Sarda, direttore della struttura – adesso ci consentirà di poter meglio vigilare sul prodotto”.
Tra i progetti del nuovo presidente, quello di cercare nuove vie di vendita nazionali ed internazionali per il pregiato formaggio a pasta dura dall’inconfondibile color zafferano.
“Il nostro è un prodotto di fascia medio alta fatto con latte ovino, sale, caglio, fermenti, pepe nero in grani, zafferano – spiega il direttore del Consorzio -. Rispetto ad altri formaggi, già nella produzione, ha un costo superiore, tra i sette e i dieci euro in più, per l’utilizzo dello zafferano che deve essere locale e non di importazione e quello del latte, di primissima qualità, crudo ed esclusivamente di ovini di razza comisana alimentati con erbe selvatiche e foraggi di pascolo di zone collinari e montane. Il formaggio esce dal caseificio con un prezzo di partenza che si aggira intorno ai 15 – 16 euro al chilo. Al consumatore finale arriva, in Sicilia, ad un prezzo medio tra i 21 e i 24 euro al chilo. Al nord Italia possiamo arrivare a 32 euro”. Ed è proprio il nord Italia, al momento, il mercato privilegiato dai produttori di Piacentinu Ennese Dop. Lì arriva circa il sessanta per cento della produzione annua. “Adesso cerchiamo anche mercati esteri – dice Sarda –. Siamo già presenti in Germania e Inghilterra, ma vogliamo commercializzare il nostro prodotto anche in America puntando sempre e solo sulla qualità”.
C.M.