(Paola Di Mauro)
È morta stanotte Paola Di Mauro, la signora del vino italiano e anima della cantina Colle Picchioni di Frattocchie, frazione di Marino in provincia di Roma.
Donna tenace, che si è appassionata al mondo del vino e, cominciando da zero, ha creato un vero e proprio successo, qual è Colle Picchioni.
La sua storia inizia nel 1976. La famiglia ha un piccolo appezzamento di terreno tra Albano e Marino. Con sacrifici e determinazione riesce a fargli dare i primi frutti. Con mezzi di fortuna prima, poi da autodidatta, comincia a prendere le misure, acquista nuovi ettari di terreno, inizia a produrre 12mila bottiglie l’anno. Negli anni ’80 la svolta. Incontra l’enologo Giorgio Grai, un passaggio decisivo- Colle Picchioni entra nel gotha della viticoltura italiana. Anima semplice, da poco aveva lasciato la guida dell’azienda al figlio Armando. Ha saputo tenere alta la bandiera della produzione enologica dei Castelli romani, si è spenta da poche ore e lascia un grande vuoto, dopo aver conquistato per decenni l’attenzione e la stima di ristoratori e giornalisti internazionali. A lei, il New York Times dedicò un articolo di mezza pagina; poi fu la volta dei ritratti de La Repubblica, che ne celebrarono la fama al fianco di grandi produttori del calibro di Piero Antinori, Angelo Gaja, Silvio Jermann. Nel passato più recente la collaborazione con Riccardo Cotarella, che prende il posto di Giorgio Grai. E una visione sempre lungimirante, che qualche anno fa, rendendo conto della situazione della produzione vinicola italiana, le faceva affermare che “un vino va studiato, presentato, vestito”.
E proprio la sua caparbietà, oltre che l’indubbia capacità imprenditoriale, le era valsa l’ammissione tra le Donne del vino, associazione che riunisce imprenditrici e giornaliste del settore vinicolo di tutta Italia. E tra un manuale e un libro di botanica, Paola ebbe anche il tempo di diventare cuoca sopraffina (l’eredità oggi la detiene il nipote Valerio), particolarmente apprezzata Oltreoceano. A lei è dedicato il Donna Paola, bianco raffinato da Malvasia, Trebbiano e Semillon. E anche oggi che Paola non c’è più, l’azienda di Frattocchie continuerà a vivere nel suo ricordo.
C.d.G.