È morto ieri, a soli 60 anni, Antoine Gaita.
“Il Signore del Fiano di Avellino”, “il più grande solista del Fiano di Avellino”, ecco come è sempre stato definito Gaita che, insieme alla moglie nel 1996, aveva creato e fondato Villa Diamante, una piccola azienda di Montefredane, a conduzione biologica sin dal primo anno, che ha rivoluzionato il modo di interpretare questo vitigno. la cui prematura scomparsa ha destato diffusa emozione.
Gaita rivoluzionò il modo di fare i bianchi. Fu tra i primi ad allungare i tempi di uscita del bianco aspettando un anno dalla vendemmia e cambiando così la percezione che si aveva di questo vino quindici anni fa. E i suoi vini erano apprezzati e ricercatissimi in tutto il mondo.
Si definiva “vigneron-artigiano” ed aveva avuto una vita intensa e complessa.
Nato e cresciuto in Belgio da una famiglia di emigranti irpini, ha iniziato lì a muovere i primi passi nel mondo del vino, educando il proprio palato soprattutto alla cultura enologica di stampo francese.
Poi il rientro in Italia, nella sua terra d’origine, avvenuto insieme a quello di Diamante, anche lei figlia di emigranti, divenuta poi sua moglie ed al quale dedicò la sua azienda irpina.
In quattro ettari di vigneto condotti in regime biologico certificato fin dal 2003, hanno preso forma e sostanza dei bianchi apprezzati e riconosciuti da estimatori di vino e critica.
Soprattutto l’etichetta più nota e amata, il Fiano di Avellino Vigna della Congregazione, tra i primi cru irpini concepiti “alla maniera francese”. Le annate 1997 e 1998 rappresentano ancora oggi egregia dimostrazione di freschezza ed energia, entrando a pieno titolo tra i più apprezzati vini Fiano di Avellino di sempre.
I funerali si svolgeranno oggi alle 10 alla chiesa di Santa Maria dell'Addolorata a Montefredane.