È morto a Brescia all’età di 79 anni Alberto Folonari. Prima di andarsene, è riuscito a ricostruire in un libro (I Folonari, di Emanuela Zanotti) la storia della sua famiglia, una dinastia industriale lunga cinque generazioni, tra la terra, il vino e le banche.
Come quella del padre, la sua vita è stata un insieme di sobrietà privata, impegno pubblico tra credito e cultura, intuizioni di mercato. Era malato da una decina d’anni. Ha combattuto sempre. L’ultima notte l’ha trascorsa con il figlio Guido, produttore di vino. Quando è morto aveva accanto la moglie, Marita D’Amelio, con cui aveva appena festeggiato le nozze d’oro.
Dopo la laurea in scienze agrarie alla Statale di Milano, Folonari ha iniziato il suo lavoro presso la Chianti Ruffino, a Pontassieve, una delle celebri cantine italiane, quella dei fiaschi avvolti con la paglia e del Rosatello. Sua l’idea di una società per importare champagne come Mercier e Ruinart, e liquori come il Pastis Ricard e il whisky Teacher’s. E poi caviale iraniano, salmone scozzese e altri prodotti all’epoca poco diffusi.
Con i fratelli Italo e Ambrogio e i cugini Mario e Paolo è stato al timone di un’azienda che, partita con l’insegna Fratelli Folonari, si era estesa in tutta Italia con 700 ettari di vigneti, portando il proprio vino alle corte degli zar e sulle tavole dei Papi. Come il nonno Italo e il padre, Alberto Folonari è stato insieme un esponente del capitalismo familiare e un banchiere. Consigliere e presidente del Credito Agrario Bresciano.
Nel 1998, con il cugino Giovanni Bazoli, è riuscito nell’impresa di far fondere il laico Credito con l’altra banca cittadina, la San Paolo, di matrice cattolica. Così è nata Banca Lombarda, poi fusa con Bpu, generando Ubi, quinto gruppo italiano, di cui Folonari era presidente del patto dei soci bresciani di Ubi Banca. Velista da 80 mila miglia marine, 11 volte nonno, ha proseguito la tradizione familiare fatta, come ha scritto Bazoli nel volume sulla saga dei Folonari, di legami con la città e mecenatismo.
La camera ardente nell’abitazione in via Rosa 14 a Brescia. I funerali giovedì 28 aprile, alle 15, nel Duomo di Brescia.
Alla famiglia le condoglianze dalla redazione di Cronache di Gusto