Franco Giacosa (nella foto), noto enologo fino a luglio scorso direttore tecnico di Zonin, ha inaugurato un sito dedicato all’alimentazione naturale (www.nutrizionenaturale.org). Con questo articolo comincia la collaborazione con Cronachedigusto.it
di Franco Giacosa
Domenica 23 ottobre si è concluso a Lonigo il corso di agricoltura omeodinamica tenuto da Enzo Nastati notostudioso, praticante e divulgatore del metodo omeodinamico in agricoltura. In sei giornate di lavori, l’antroposofo partendo da quanto aveva teorizzato Rudolf Steiner all’inizio del secolo scorso, ha spiegato in cosa consiste l’omeodinamica vegetale e come si applica alle diverse coltivazioni.
Con le preoccupazioni crescenti sulla salubrità degli alimenti e con l’imminente pericolo di alterazioni irreversibili dell’ambiente, ho deciso di partecipare al corso per rendermi conto se veramente esiste una possibilità di fare un’agricoltura senza pesticidi, senza diserbanti e senza concimi chimici.
Quello che più mi ha spinto a partecipare è stata la curiosità di capire come, nelle 32 serre di ortaggi ed essenze aromatiche che ho visitato presso la cooperativa “La nuova Terra” di Codroipo, nell’areale di Udine, Nastati riesca a ottenere una buona produzione senza concimi e sopratutto come riesca a evitare le infestazioni da crittogame e da fitofagi. La domanda che mi sono posto è: si può praticare il metodo omeodinamico anche su ampie superfici senza andare incontro a gravi rischi di vedere diminuire la produzione per la mancanza di concimazioni o vedere la produzione distrutta da parassiti?
Dato per scontato che il metodo non prevede l’utilizzo di nessun tipo di sostanza artificiale e non prevede nemmeno l’utilizzo di rame o zolfo come presidio contro i parassiti (o altro mezzo di difesa “biologico”), essa intende percorrere altre vie per collegarsi alla Vita diffusa presente in tutto il cosmo. Si tratta di un’agricoltura che si basa sulla legge del simile (omeo) ponendo il tutto in un dinamismo evolutivo. Oltre alle tecniche impiegate nella biodinamica vengono utilizzati dei preparati omeodinamici, da considerare come acqua con delle informazioni di tipo biologico e che coinvolgono nuovi processi vitali e le influenze cosmiche.
Quest’ultimo argomento è il più difficile da accettare poiché tocca aspetti che sfuggono ai nostri sensi, valica le frontiere e i limiti scientifici e presuppone una presa di coscienza, da parte di chi opera in agricoltura, delle forze cosmiche, planetarie e spirituali. I ritmi delle lavorazioni e delle applicazioni dei preparati omeodinamici non sembrano facilmente conciliabili con l’organizzazione del lavoro in un’azienda agricola di grandi dimensioni. Ho sentito tuttavia, fra i partecipanti al corso, diversi casi di successo che portano a considerare l’omeodinamica un’evoluzione della biodinamica. Considerato che il metodo costa meno di una conduzione convenzionale e che non implica una riduzione della produzione, credo che con la prossima stagione agricola, troverò il modo di sperimentarlo personalmente in un vigneto.
Mi propongo di comunicare, tramite Cronache di Gusto, appena concluse le prove, i risultati che ne scaturiranno.