Vendemmia, le modifiche al disciplinare e il rinnovo delle cariche del consorzio dei vini d’irpinia.
Ne parliamo con Stefano Di Marzo, il numero uno del consorzio irpino. Un consorzio composto da 540 soci e che produce oltre 8,3 milioni di bottiglie (tra Greco di Tufo 3,2 milioni; Fiano di Avellino 1,9 milioni; Taurasi 830 mila; Irpinia 2,3 milioni). Sono duemila gli ettari rivendicati dal consorzio (600 per il Greco di Tufo, 400 di Fiano di Avellino e mille di Aglianico) che si trovano in 26 comuni per la Docg Fiano di Avellino, 8 comuni per la Docg Greco di Tufo, 19 comuni per la Docg Taurasi e per l’Irpinia tutti i comuni della provincia di Avellino.
Come sta il vino dell’Irpinia?
“L’Irpinia è sicuramente un piccolo territorio da un punto di vista di bottiglie prodotte, circa 10 milioni, l’orografia prevalentemente non ci permette di crescere molto più di quanto abbiamo fatto negli ultimi anni, quindi la sfida non può che essere quella di fare tanto rumore con poche bottiglie, e cioè quella di continuare a posizionare verso l’alto le nostre denominazioni aumentandone sforzo dopo sforzo la generale reputazione”.
Quale fase state attraversando?
“Il nostro consorzio, relativamente giovane, perché abbiamo avuto il riconoscimento ministeriale a settembre 2017, da qui a pochi mesi rinnoverà l’organigramma consiliare e quindi la presidenza, ma restiamo concentrati su una continua fase di divulgazione e promozione delle nostre 4 denominazioni”.
Sul fronte della promozione quali iniziative in cantiere e quali progetti vi piacerebbe poter organizzare?
“Abbiamo appena fatto una masterclass con press-tour e trade stranieri. Stiamo organizzando una versione invernale di Ciak Irpinia nella prima settimana di dicembre, esclusivamente dedicata al Taurasi”.
I vini dell’Irpinia si caratterizzano per una certa longevità. Ma dal punto di vista commerciale è una strada ancora poco percorsa. Cosa può fare il consorzio per migliorare questa prospettiva?
“In primis, proprio grazie allo sforzo del consorzio di tutela, lo scorso ottobre abbiamo ottenuto la modifica dei disciplinari di Greco di Tufo e Fiano di Avellino, con l’introduzione della menzione Riserva, modifica lungamente attesa dalle aziende, che premia proprio la straordinaria longevità dei nostri vini. E comunque. il Consorzio è impegnato con un ventaglio di attività, rivolte alla stampa specializzata ed al trade, tutte attività tese a trasferire consapevolezza delle straordinaria capacità delle nostre denominazioni di vivere nel tempo”.
Quali modifiche volete apportare al disciplinare? C’è un progetto di aggiungere le menzioni geografiche come hanno fatto alcuni territori importanti del vino?
“Dopo la modifica del disciplinari di Greco di Tufo e Fiano di Avellino dello scorso ottobre che ha visto l’introduzione della menzione riserva per le due denominazioni, a breve raccoglieremo la modifica del disciplinare Irpinia. Avremo la possibilità di inserire le nuove tipologie Bianco Spumante, Rosso Spumante, Rosato Spumante, Aglianico Spumante, Aglianico vinificato in bianco spumante, Aglianico vinificato in bianco, Falanghina Passito. Ma non solo. Sarà introdotta la sottozona Campi Taurasini. “Salta” il vincolo sulla percentuale della composizione varietale su Irpinia Bianco, Rosso e Rosato, così come si ridurranno i tempi di permanenza in bottiglia per spumante metodo classico, passando da 20 a 18 mesi. Per quanto riguarda gli spumanti, amplieremo le tipologie, andando dal dosaggio zero al dolce per quanto riguarda Spumante Falanghina, Fiano e Greco che scenderanno di grado alcolico, passando da 11,5 a 11. Sara ampliata anche la scelta per le bottiglie e per i tappi”.
Come è andata la vendemmia 2020 e come si prospetta quella del 2021?
“La vendemmia 2020 non è stata particolarmente generosa di grappoli, condizioni meteo e caldo record hanno sicuramente inciso sulla produzione, ma l’Irpinia è una bolla continentale, protetta dall’Appennino, dall’influsso positivo del mare, con importanti riserve idriche e forti escursioni termiche giorno notte, quindi di condizioni meteo estreme od eccezionalmente calde, paradossalmente, ne beneficiano i nostri vitigni indigeni che sono, dal canto loro, tradizionalmente generosi di acidità importanti e ph bassi. Idem possiamo dire per la 2021, una primavera molto piovosa, con gelate tardive che hanno prodotto un po’ di danni, con un’estate eccezionalmente calda e tendenzialmente siccitosa. Ci aspettiamo una produzione meno generosa degli ultimi anni, con condizioni medie di ottime maturazioni zuccherine, fenoliche e concentrazione dei nostri vini, ma come è risaputo, da noi la vendemmia è tendenzialmente tardiva, manca ancora qualche settimana, e finchè l’uva è in vigna può ancora succedere di tutto, per un bilancio completo aspettiamo ancora un po’”.
Tra pochi mesi siete chiamati a rinnovare il cda. Il presidente Di Marzo è disponibile per un terzo mandato?
“Sinceramente ritengo che, luoghi della rappresentanza di un comparto così importante come il nostro, si debbano caratterizzare per un rapido avvicendamento al vertice. Penso sia importante rinnovare la lena al consiglio ed all’ufficio di presidenza. Questo non solo è importante perché rinnova il bagaglio di entusiasmo alla guida del soggetto collegiale, ma soprattutto diventa messaggio positivo per tutti i soci, chiunque può misurarsi con questo faticoso impegno ma ricco di crescita umana e professionale per chiunque vi si cimenti”.
F.C.