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L'intervista

Unità geografiche, rese, promozione: Sandro Gini racconta a 360° il mondo del Soave

11 Gennaio 2022

di Giorgio Vaiana

Il nuovo direttore è già dietro la porta. Poi c’è il programma di promozione internazionale. Senza dimenticare quella “in patria”.

Per il consorzio del Soave il 2022 sarà un anno impegnativo. Ne abbiamo parlato con il presidente del consorzio Sandro Gini. “Il nuovo direttore ci sarà a breve”, dice nel corso della nostra intervista. La sensazione è che il nome ci sia già, ma Gini non si sbilancia: “Lo saprete presto”. Un compito difficile, quello del nuovo direttore: non far rimpiangere i 22 anni di Aldo Lorenzoni che è andato in pensione qualche tempo fa. Poi le attività di promozione. “Per il Soave il 2022 vedrà un’intensa attività di promozione dei suoi vini all’estero, soprattutto in Europa”, spiega Gini. Il programma di promozione prevede attività-spot in vari paesi, soprattutto in Germania e nel Nord Europa. L’anno nuovo è iniziato tracciando un bilancio di quello appena concluso. “Dal punto di vita commerciale siamo soddisfatti – spiega Gini – Il 2021 è stata un’annata molto importante, abbiamo mantenuto tutti i nostri mercati di riferimento, vendendo le nostre bottiglie. Siamo perfettamente alineati alle nostre medie. Il 2020, in realtà, non ha fatto diminuire le nostre vendite. Lo scorso anno abbiamo registrato un incremento generale”.

Sul fronte della produzione e della vendemmia Gini dice: “Abbiamo raccolto meno uva, ma di grande qualità”, dice il presidente. Il consorzio, infatti, con un provvedimento, aveva deciso di ridurre le rese, pssando a 130 quintali per ettari: “Decisione corretta e si vedrà in bottiglia. I vini stanno venendo molto bene”. Ma per Gini, la cosa importante è continuare a sottolineare l’aspetto vulcanico di questi vini: “Stiamo facendo un bellissimo lavoro. Anche con le unità geografiche aggiuntive che, secondo me, vanno destinate a quei territori che sono davvero vocati a operazioni simili e che possano davvero dimostrare le differenze di produzione che ci sono magari tra un vigneto e un altro – spiega il presidente – Operazioni che fanno rialzare la testa a un territorio magnifico, con delle micro-aree che danno vini diversi, dalle varie espressioni. Un modo per allargare la proposta del Soave, comunicando che non c’è un solo Soave, ma tanti Soave, che ogni collina ha una sua tipicità”.

E poi le bellezze delle colline del Soave, inserite nel patrimonio internazionale della Fao (sono solo 55 al mondo): “Il nostro obiettivo è quello di mettere a sistema l’intero territorio, fatto di immense bellezze cercando di valorizzarlo al massimo – dice Gini – E per farlo abbiamo pensato di coinvolgere non solo tutti i produttori, ma anche i vari comuni che ricadono all’interno del nostro territorio, perché desideriamo che tutto funzioni a meraviglia, che tutto sia curato perfettamente e abbellito in maniera importante. Credo che il 2022 sarà un anno importante dal punto di vista enoturistico. Lo abbiamo già visto. Con la bella stagione lo vedremo ancora di più. E non dobbiamo farci trovare impreparati. Quindi penseremo ad una serie di iniziative per i nostri territori, magari ristrutturando i muretti a secco, creando percorsi specifici o delle nuove aree panoramiche. Qui c’è un paesaggio unico, intatto. Siamo stati bravi a custodire e conservare la biodiversità di queste zone, non costruendo mai nulla che potesse deturpare l’ambiente. La gente, adesso, ha voglia non solo di conoscere i produttori delle zone, andando a trovarli nelle loro cantine, ma anche di assaggiare e scoprire quali vini producono”. Chiusura di Gini sul Vinitaly: “C’è mancato – dice – Speriamo che la situazione si evolva al meglio velocemente, anche se per adesso i dati non sono molto confortanti. Ma noi siamo pronti a rifare un grande Vinitaly”.