di Giorgio Vaiana
Pigri. Così definisce gli amministratori regionali Dario Stefàno, ex senatore e autore della legge sull’oleoturismo.
Lo intercettiamo a Palermo, nel corso della presentazione, presso il ristorante I Giardini del Massimo, del libro “Oleoturismo – Opportunità per imprese e territori” scritto insieme alla giornalista Fabiola Pulieri. La questione è molto semplice: la legge c’è, le Regioni però faticano a recepirla. Il motivo? “C’è molta pigrizia, molto spesso, in coloro che hanno incarichi istituzionali”, chiosa Stefàno. Eppure, come ricorda lo stesso ex senatore, basterebbe una semplice presa d’atto della norma nazionale: “Una norma – dice Stefàno – che è stata concepita con le associazioni di categoria e di concerto con le regioni stesse che, in conferenza Stato-Regioni, avevano approvato la legge all’unanimità. Basterebbe, dunque, una semplice delibera di giunta per poterla adottare”. Eppure ci sono ritardi. Con il rischio che gli operatori che vogliono lavorare con l’oleoturismo, si trovino a dover fare i conti con una mancanza di legge che li espone a difficoltà. “E’ vero che la legge è tardiva – dice Stefàno – ma mette riparo a una grave deficienza che c’era in questo settore. Gli operatori avevano la necessità di avere un quadro normativo chiaro per poter lavorare. Ora, invece, è tutto ben inquadrato, soprattutto per il nostro sistema delle identità enogastronomiche che, oltre ad avere un grande valore, ha una capacità competitiva straordinaria. In Italia, infatti, molti turisti arrivano per i nostri tesori enogastronomici; poi ovvio, anche per il nostro patrimonio artistico-culturale. Ma l’enogastronomia rimane comunque la variabile attrattiva principale del nostro paese. E proporre un’offerta turistica basata su queste cose potrebbe renderci unici e farci vincere la partita”.
Toscana, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni italiane che prima di tutte hanno recepito la legge: “Sono quelle che si muovono solitamente a velocità maggiore rispetto le altre – dice Stefàno – Credo che serva comunque una mano da parte delle associazioni di categoria per far smuovere le regioni e permettere agli operatori di lavorare in serenità”. Le opportunità sull’oleoturismo, però, non sono state ancora recepite e comprese da tutti: “Diciamo che dove c’è innovazione, di solito ci sono i giovani – dice l’ex senatore – Loro hanno una sensibilità maggiore sulle novità in generale. Ma credo che molte aziende stiano prendendo coscienza delle opportunità della sussidarietà. Ossia associare all’attività principale, in questo caso produrre e vendere olio, delle attività sussidiarie che si nutrono dell’attività principale stessa, ma che sono in grado di produrre redditi molto spesso superiori all’attività principale. Vendere una bottiglia di olio può produrre un guadagno molto più basso di vendere un’esperienza oleoturistica in azienda. L’olio è sì la base di partenza, ma ci sono tante cose intorno che possono essere valorizzate e sfruttate. E io confido molto nei giovani e nella loro capacità di saper leggere le opportunità”. Capitolo finale dedicato alle regioni da tenere d’occhio: “Le tre principali ve le ho già dette – conclude Stefàno – ma dico anche Puglia, Calabria e Sicilia per la loro capacità produttiva”.