Ecco come commenta l'Assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Dario Stefàno i tanti successi incassati dal comparto vinicolo.
In questa intervista delinea un sistema vino pugliese che gode di ottima salute, che ha visto e vede spiegata in campo l'azione pubblica in sinergia con una mentalità imprenditoriale che si vuole giocare sulla scena internazionale i propri terroir. Dietro il progetto vincente c'è la scommessa sul territorio e la scelta di fare degli autoctoni una firma dello dello stile Puglia, come viene anche confermato dalle anticipazioni sui Trei Bicchieri 2013, pubblicate su cronachedigusto.it, dati alle cantine pugliesi dalla Guida ai Vini d'Italia 2013 del Gambero Rosso.
Come commenta i Tre Bicchieri che i produttori si sono aggiudicati?
“Per me è motivo di orgoglio, naturalmente, poiché le aziende premiate rappresentano il simbolo della eccellenza produttiva del nostro sistema vitivinicolo, l’ emblema del quotidiano lavoro per la promozione e la valorizzazione dei nostri vitigni autoctoni e della identità della Puglia. Oltre a congratularmi per il successo aziendale, sono particolarmente grato alle cantine premiate poiché il loro impegno contribuisce a rendere sempre più noto e conosciuto il brand Puglia, che faticosamente è riuscito a farsi strada in un mercato globale e che oggi è inconfondibile sinonimo di qualità, sicurezza alimentare e gusto”.
Ancora una volta la Puglia, secondo il Gambero Rosso, piace con i vitigni autoctoni, cosa ne pensa?
“È la conferma ad una strategia politica che si è rivelata vincente: lavorare sul legame tra vitigno e territorio ha saputo rendere i nostri vini facilmente identificabili, riescono ad esprimere appeal, piacciono oggi al consumatore moderno, molto attento ed esigente,poiché racchiudono emozioni e suggestioni, sanno “raccontare” i valori di un territorio, di una comunità legata a doppio filo al destino della produzione enologica. La vitivinicoltura pugliese ha saputo compiere negli ultimi anni significativi passi in avanti, soprattutto in termini di qualificazione delle produzioni e di affermazioni commerciali. In questa direzione ha avuto un ruolo sicuramente importante la consapevolezza acquisita dall’imprenditoria regionale della necessità di produrre meglio (e meno), ma anche l’intensa opera di indirizzo e di sostegno della Regione soprattutto per la qualificazione delle produzioni. Produzioni di qualità garantite oggi dalle numerose denominazioni: quattro Docg, sei Igt e ventinove Doc”.
Cosa si annuncia quest'anno per la Puglia del vino?
“Vorrei sottolineare un risultato storico per la Puglia: i dati a consuntivo della campagna 2011 ci raccontano che abbiamo già raggiunto e superato l’obiettivo del cinquanta per cento per la produzione di vini di qualità, meta che ci eravamo prefissi per il 2015. Merito delle aziende che hanno saputo cogliere le opportunità dell’azione pubblica regionale. Negli ultimi due anni è stata sostenuta l’aggregazione tra i soggetti di filiera che producono uve di qualità e, da queste, vini di qualità. Più precisamente: sono state sostenute undici aggregazioni (i Progetti Integrati di Filiera) cui hanno partecipato quasi duecentocinquanta tra produttori e trasformatori, con investimenti superiori ai cinquanta milioni di euro. Investimenti che riguardano produzioni Doc e Igt e richiesti per innovazioni di processo nei campi, per il miglioramento delle tecniche di vinificazione e l’ammodernamento tecnologico delle cantine, per la formazione degli operatori e per la collaborazione con enti di ricerca per la individuazione di nuove metodiche produttive. Non era scontato, in un periodo di crisi internazionale quale quello attuale: è la prova della volontà di intrapresa di un settore fortemente dinamico e motivato alla innovazione. Come dimostrano, d’altro canto, i numerosi riconoscimenti dei nostri vitigni autoctoni che evidenziano, appunto, un modello di sviluppo caratterizzato da un forte legame col territorio, dalla continua ricerca della migliore qualità e dalla attenzione alle esigenze dei consumatori. Penso al Negroamaro, al Nero di Troia, o al Primitivo che finalmente è riuscito a svecchiarsi della etichetta di vino da “taglio”, come è stato considerato per decenni, centrando il traguardo di “miglior vino d’Italia 2012″ ed entrando nella lista dei migliori cento vini al mondo di Wine Spetactor, la “Bibbia” dell’enologia mondiale”.
Cosa sta facendo l'Assessorato, che tipo di programmi sta portando avanti e come?
“Il 2012 sarà un anno impegnativo per la Regione Puglia sul versante della riorganizzazione della vitienologia di qualità. Puntiamo infatti a ridisegnare complessivamente la mappa dei vini di qualità Doc con l’obiettivo di esaltare ancora di più il connubio vitigno autoctono – territorio”.
Un sistema di denominazioni per essere forti nel mercato internazionale?
“La Puglia oggi appare tra le regioni vitivinicole italiane con le maggiori potenzialità potendo contare su vitigni autoctoni con caratteristiche in grado di intercettare non solo i gusti dei consumatori italiani ma anche di quelli internazionali o dei nuovi mercati, che si affacciano solo ora al consumo del vino (area BRIC). Ed è proprio attraverso produzioni con caratteristiche uniche, esclusive ed inimitabili, che le imprese possono fronteggiare con autorevolezza una concorrenza globalizzata, spesso sleale. Con il riconoscimento della Doc “Terra d’Otranto” e “Terra d’Otranto Negramaro” si è compiuto un primo importante step, aggregando le numerose Denominazioni esistenti nel territorio delle provincie di Brindisi – Lecce – Taranto. A questo dovrà seguire un'azione sistemica e ambiziosa, già avviata dal sistema pugliese, su tutto il territorio regionale. Un percorso condiviso intelligentemente con i produttori, che la Regione ha ispirato e sostenuto con forza, anche coordinando le varie iniziative”.
Come intendente valorizzare le denominazioni?
“In questo percorso di riorganizzazione delle Doc pugliesi gli Uffici regionali stanno ultimando il lavoro di “ridisegno” della mappatura delle Denominazioni che ruotano rispettivamente attorno ai vitigni Nero di Troia e Primitivo. Progetti che vedranno coinvolti i produttori delle aree della Capitanata e della zona centrale della Puglia. Come istituzioni, il nostro sforzo è quello di esaltare le peculiarità di un sistema storicamente vocato alla viticoltura e all'enologia, con azioni di supporto rivolte alle imprese vitivinicole al fine di migliorare le tecniche di produzione e la qualità del prodotto con mirate azioni di promozione e valorizzazione. Infine, la recente registrazione dei vitigni autoctoni pugliesi Minutolo, Marchione, Maresco, Antinello e Somarello rosso al Catalogo Nazionale delle varietà di vite, e la conseguente coltivazione sul territorio regionale, ci consentirà di esaltare una grande risorsa enologica ancora inespressa pienamente, legata alla peculiarità dei vini ottenuti dalla vinificazione di queste uve e di affermare sempre più una vitienologia tipica regionale di qualità”.
C.d.G.