Il presidente del consorzio alla vigilia del Malvasia Day oggi e domani al Capofaro Resort: “Una Doc per la Malvasia delle Lipari secca? Non è prioritaria. Concentriamoci su quella dolce. E ai ristoratori delle Eolie dico: valorizziamo di più il nostro vino”
(Carlo Hauner)
di Francesca Landolina
È tutto pronto per il Malvasia Day a Salina, nelle isole Eolie, che inizierà oggi, 14 luglio, a Capofaro Malvasia & Resort, la bella struttura ricettiva della famiglia Tasca d'Almerita.
Dell'evento ne parliamo con Carlo Hauner, il presidente del Consorzio per la Tutela della Doc Malvasia delle Lipari e della Igt Salina, ricostituito nel 2016 e che recentemente ha ottenuto dal ministero dell'Agricoltura l'incarico per esercitare “erga omnes”, quindi per conto di tutti i produttori di Malvasia delle Lipari. “Il Malvasia Day – spiega Hauner – è un evento di valorizzazione positivo e importante a cui partecipano circa 15 aziende e nel tempo ha dato un grande contributo per la conoscenza e per la valorizzazione della Malvasia delle Lipari e della Igt Salina. Credo che eventi così siano utili per fare squadra, per innescare un confronto volto alla crescita. Al momento dentro il Consorzio siamo in 9, ma al Malvasia Day cercheremo di coinvolgere altri produttori. E vogliamo anche aggregare i molti conferitori di uva perché è aggregandosi che si diventa più forti”.
Se è stato un bene aver diversificato con la produzione di malvasia vinificata in versione secca, oggi Igt Salina, la Malvasia delle Lipari in versione passita, quella a marchio Doc, è e sarà il vino identificativo di un territorio che non ha eguali, dove la viticultura è eroica e ancorata ad una storia che si perde nel tempo. Questo è certamente il pensiero del presidente e di qualche altro produttore. Le divergenze di opinione non mancano come è normale che sia. Forse la boccata di ossigeno data dalla remunerazione più veloce legata alla Malvasia Secca (si vende in fretta e il denaro si incassa in pochi mesi), è un allettante stimolo che porta a pensare ad una Doc a parte, ma per quanto sia stata utile questa diversificazione produttiva, “può benissimo continuare a fregiarsi del marchio Igt Salina. Si venderebbe lo stesso”, dice Hauner. Almeno questo è il pensiero del presidente: “Il dibattito è comunque aperto, ma bisogna ricordare che se da una parte la Malvasia secca è stata una boccata di ossigeno, dobbiamo tutelare e difendere la nostra storia e l’unicità della Malvasia delle Lipari dolce. Ricordiamoci la resa, qui molto bassa, e il grappolo ideale per l’appassimento. Tutto ciò richiede sacrifici, ma dona un prodotto unico”. Di certo non mancano le fatiche nella vendita. Il prezzo si aggira attorno ai 15 -16 euro, incassati da 2 a 4 anni dopo l’anno di vendemmia. Rispetto allo scorso anno le vendite sono comunque cresciute del 10-15 per cento”.
Insomma se la Malvasia secca avrà una Doc a parte, ancora è presto per poterlo dire, ma il pensiero del presidente è chiaro: “Tuteliamo il nostro vino più importante. Difendiamo la sua identità, perché è questa che lo rende unico al mondo”. Ma quali strategie adottare allora per incrementare la vendita? “Stiamo crescendo all’estero, negli Stati Uniti e in Giappone dove ci richiedono formati piccoli e attrezzarsi in questo senso è già un modo per andare incontro alle esigenze di mercato – afferma – Sicuramente comunicare anche all’estero con eventi simili è fondamentale. Ma iniziamo da casa nostra, dove è necessario sensibilizzare i ristoratori locali e coinvolgere l’isola nella valorizzazione della Malvasia delle Lipari passita. Oggi ospitiamo circa 800 mila turisti l’anno, ma purtroppo accade che nei ristoranti delle Eolie il vino proposto sia una Malvasia che arriva dalla Sicilia e non prodotta nelle Eolie. È assurdo che a casa nostra non sia valorizzato il prodotto di punta di cui andare fieri, costasse anche il triplo rispetto a qualsiasi altro prodotto. I turisti arrivano da noi per conoscere i nostri prodotti”. Oggi i 9 produttori del Consorzio possono contare su circa 50 ettari vitati, ma 10 sono pronti per essere impiantati nel 2018 grazie all’acquisizione sei diritti di impianto. Stando ai dati del 2015 le bottiglie di Malvasia delle Lipari passito sono 100 mila, mentre le bottiglie Igt Salina sono complessivamente 300 mila.