(Roberto Rinaldini)
di Ilaria de Lillo
Anche solo un assaggio di tiramisù può catapultare in una terza dimensione, un mondo dolce e sensuale che fa strisciare le papille gustative con una crema di mascarpone legata a una torta biscuits unica.
A completare il gusto sarà un’estetica chic secondo il designer Roberto Rinaldini, maestro pasticcere riminese che alla “veneranda” età di 37 anni si conferma in Italia e nel mondo uno dei migliori pastry chef. “Ho una missione ben precisa: esportare nel mondo la mia pasticceria fatta di attenzione alla qualità, dunque al cliente, e all’estetica, quel glamour chic che può e deve competere con la Francia”. Se i cugini francesi hanno qualità e maestria dolciaria da vendere, Rinaldini punta all’export forte di una cultura in materia e creatività per sfidare i competitor grazie proprio a ciò che fa invidia nel mondo all’Italia: la moda e il cibo. “È indubbio che la Francia abbia una qualità pasticcera superiore alla nostra, ma questo perché da sempre siamo noi a non essere abbastanza ambiziosi, collaborativi e non saperci vendere, cosa che invece loro sanno fare molto bene”. A breve inaugurerà un punto vendita a Cesenatico, il più grande fino ad ora, sviluppato su due piani e con l’intera gamma di dolci a disposizione, mentre lo step di settembre sarà Milano. Il futuro della pasticceria italiana glam è suo. “Dopo la Rinascente ci sarà un secondo shop nel capoluogo lombardo che sono convinto sia la città italiana che meglio ci collega al resto del mondo e può creare ponti importanti, specialmente con la Cina”.
Il maestro Ampi giurista del programma “Il più grande pasticcere” è tutt’altro che duro e burbero come quello che appare in tv. Al contrario, omaggia la moglie sua stretta e indispensabile collaboratrice insieme ai figli Ruben e Regina perché fautori del suo brand (il fucsia e le due erre argentate), guarda con coraggio al futuro ripensando alle vicissitudini personali vissute a causa di un tumore al rene ora superate, per rivestire così i suoi MacaRal e i suoi Choccocolor di una positività contagiosa, fin dal primo assaggio. Determinato nella diffusione di una cultura della pasticceria ai suoi allievi, esercita una severità propedeutica volta a trasmettere il suo rigore nella professione, attenzione necessaria per avere successo in questo settore. “Non sono cattivo, ma pretendo tanto dai miei ragazzi perché il mio modus operandi è rigore, disciplina, criterio, il tutto finalizzato a un prodotto eccellente nel gusto e nell’estetica per il cliente. Ciò che pretendo è l’umiltà, lo strumento chiave per avere successo in tutte le cose”. Così Rinaldini valorizza non solo le sue opere d’arte pasticciera all’estero, ma anche i giovani talenti che fin dai 19 forma per trattenerli come collaboratori nel suo team. “Sono chiaro con loro, chi vuole lavorare bene secondo la mia filosofia resta, altrimenti è giusto maturare in un ambiente in cui ci si sente a proprio agio. La collaborazione con i colleghi è un altro elemento fondamentale per la riuscita del lavoro, e dovrebbe esserci anche in Italia tra noi professionisti per arrivare ad alti livelli nel mondo”.