(Pippo Glorioso, presidente del Gal Etna)
A TastEtna, presente il Gal “Etna”, formato da 59 soggetti privati e 15 pubblici – tra questi i Comuni di Adrano, Biancavilla, Bronte, Santa Maria di Licodia, Maletto, Ragalna, Belpasso, Maniace e Catenanuova).
Pippo Glorioso, presidente del Gal, è entusiasta di un’iniziativa, come quella organizzata da Cronache di Gusto, utile per dare visibilità ad un territorio così importante per il rilancio dell’agricoltura e del turismo etneo.
Cosa ne pensa dell’evento TastEtna?
“Ho un’impressione positiva perché permette di promuovere i nostri prodotti tipici da far conoscere in Sicilia, ma soprattutto all’estero. Ed insieme ad essi, aiuta a far parlare anche delle professionalità etnee”.
Come lavorerà il Gal Etna per promuovere il territorio?
“Per il momento siamo a fine programmazione. E aspettiamo la prossima. Ma siamo sempre più convinti del fatto che i Gal debbano lavorare in sinergia con l’Assessorato al Turismo e all’Agricoltura. Il Gal Etna ha saputo dimostrare tanta capacità di intermediazione per creare sinergie positive che portino turismo e sviluppo per l’economia agricola. Non è un caso se è riuscito a spendere tutte le risorse finanziate, senza restituirne all’Europa. E questo è già un grande vantaggio”.
Quali possono essere le leve vincenti per attrarre turisti?
“Non possiamo fare a meno di promuovere il territorio. Leva vincente è la promozione. Il nostro Gal poi ha al centro l’Etna, che è simbolo della Sicilia nel mondo. Ed è sul vulcano che dobbiamo puntare per vincere la nostra battaglia, agevolando l’intero indotto del turismo. Se non portiamo la gente, che arriva all’aeroporto di Catania, direttamente nelle nostre strutture turistiche, facendo degustare i nostri vini e i nostri prodotti, guidandole passo passo, offrendo pacchetti utili alla scoperta del territorio, allora non riusciremo a fare un salto di qualità nel mondo. E ciò non può accadere. L’Etna parla tanto di Sicilia. Diamo allora concretezza alle sue ricchezze, accompagnando chi viene a visitarla, lungo un percorso enogastronomico e turistico che sia difficile da dimenticare”.
In questo momento, secondo lei, il vino è il protagonista dell’Etna? Ci sono lacune sulla conoscenza degli altri prodotti etnei all’estero?
“Sì. Il vino, di certo, ha una storia più radicata ed è più reclamizzato ogggi. Ma penso che prodotti come il pistacchio di Bronte, i ficodindia di Biancavilla, l’olio dell’Etna devono recuperare. E manifestazioni, come questa in corso, aiutano. Non possiamo promuovere le nostre eccellenze, uniche al mondo, limitandoci alle aree locali; i nostri cittadini le conoscono già. Da qui la necessità di investire nella promozione, soprattutto all’estero. La presenza di giornalisti internazionali e nazionali è importante per divulgare e far conoscere”.
F.L.