L'eurodeputato,componente della commissione agricoltura a Bruxelles, traccia un bilancio di fine anno e parla dell'immediato futuro. “La Sicilia torni ad essere una regione a vocazione agricola”
(Michela Giuffrida)
Rilancio. Questa la parola che per l’onorevole Michela Giuffrida, componente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, simboleggia il 2016 che sta per arrivare.
Non solo per l’agricoltura siciliana, ma per tutto un comparto delle eccellenze italiane che ha bisogno di nuova linfa e, soprattutto di un’adeguata comunicazione per attirare compratori dall’estero. E per questo, la Giuffrida svela una notizia sconosciuta ai più: lo stanziamento, da parte dell’Europa di un fondo da 111 milioni (saranno 200 nel 2019, ndr) per la promozione dei prodotti italiani nei mercati esteri. Fondi diretti, ossia senza che la Regione o il governo nazionale possano far da tramite. “Per questo – dice la Giuffrida – mi impegno fin da oggi ad incontrare gli addetti ai lavori per spiegare loro come attingere a questi soldi”.
Ma il 2015 per la Sicilia si chiude con un cambio epocale: il nuovo Psr 2014-2020, che ha la dotazione economica più alta di tutta l’Italia, con 2,2 miliardi di euro. “Credo – dice la Giuffrida – che adesso non possiamo più sbagliare. Abbiamo uno strumento efficace, qual è il Psr, molto più snello rispetto a quello della passata amministrazione, ci sono i fondi, c’è la progettualità. È venuto il momento per la Sicilia di pensare a costruire il proprio futuro sull’agricoltura. Non come la intendevamo in passato, ma un’agricoltura moderna, innovativa, che pensi al biologico, alle eccellenze, punti sui giovani e sulle aziende fatte in un certo modo”.
Le critiche, nonostante tutto, a questo nuovo Psr sono arrivate da più parti, ma “chi critica uno strumento che ancora non ha nemmeno visto la luce, non sa di quel che parla – dice la Giuffrida -. Adesso la palla passa alla Regione e al neo assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici con il quale lavoreremo in sinergia”.
Le eccellenze italiane sono le più ambite all’estero, ed anche le più imitate e contraffatte, “ma ancora non siamo riusciti a diventare bravi nel comunicare i nostri prodotti. È la solita storia, un po’ come quella del vino, dove produciamo bene, ma sappiamo dirlo in giro un po’ meno bene. I fondi europei sono un’occasione perfetta per avviare il rilancio in tutti i nostri settori delle eccellenze”.
Per la Giuffrida, questa mancanza di comunicazione “è una mancanza di conoscenza dei fondi reperibili. Molti altri paesi stranieri li conoscono e li utilizzano per la promozione all’estero con risultati eccellenti”.
Qualità vuol dire anche tutela del consumatore. Per questo i riconoscimenti vanno incentivati. Come il caso dell’Olio Igp Sicilia, “un iter che stava per essere bloccato dall’Europa per vari vizi di forma e che sono riuscita a portare in porto. Il riconoscimento Igp Sicilia per l’olio, sarà importantissimo per tutti quei consumatori che vorranno usare solo olio di una qualità superiore. Ed avranno la certezza che quel prodotto è tutelato e garantito”.
La ripresa dei consumi c’è, “ma bisogna stare attenti a valutare i numeri – dice la Giuffrida – perché c’è una sorta di doppia velocità: aumentano i consumi dei prodotti di nicchia, ma per esempio, nei supermercati c’è un livellamento verso il basso. Questo vuol dire che si sta ampliando la forbice tra ricchi e meno ricchi”.
Chiusura dedicata alla Sicilia, con un 2016 che potrebbe essere ricordato a lungo: “Se mettiamo sul piatto tutte queste cose, ne viene fuori un quadro niente male – conclude la Giuffrida -. Ma tocca a noi far combaciare tutto alla perfezione. Se falliamo anche stavolta, la colpa sarà solo nostra”.
C.d.G.