(Lucia Nettis)
Se la felicità potesse essere rappresentata da un colore, Lucia Nettis non avrebbe dubbi: sarebbe il rosa.
La Nettis è la responsabile del concorso rosati d’Italia che si svolge in Puglia e che quest’anno ha staccato il traguardo delle quattro edizioni, raccogliendo numerosi consensi e raggruppando 300 cantine che hanno messo in gara la loro etichetta di rosato.
“Ogni anno abbiamo registrato un incremento delle cantine che hanno partecipato a questo concorso ed il premio diventa sempre più importante – spiega la Nettis -. Finalmente il vino rosato si sta togliendo di dosso quella fastidiosa etichetta di vino da serie B o vino minore”.
Già perché il rosato piace e piace sempre di più, forse per la sua facilità di beva, visto che si tratta di un vino più leggero, amabile e meno impegnativo di un rosso. E i numeri raccontano questo incremento: dal 2006 ad oggi la produzione di rosato è aumentato del 25/30 per cento. “C’è stata una sorta di congiuntura fortunata – dice la Nettis – sia gli investimenti per la promozione fatti dalla regione Puglia per il rosato che una maggiore e più variegata scelta di etichette rosè”.
Si viene fuori da un’annata così così, la 2014, ma la 2015 è stata eccezionale: “Sotto tutti i punti di vista – spiega la Nettis – sarà piena di grandi vini”.
In Puglia il rosa piace sempre di più. Tanto che sono sempre di più le cantine che hanno deciso di provarne un’altra: spumantizzare i vini rosati, sia con il metodo classico che con il metodo charmat: “La Puglia sarà un po’ come la regione della Franciacorta”.
Germania, Austria, Stati Uniti, Canada, Inghilterra e la Francia sono i paesi che acquistano più rosati dall’Italia: “Proprio i cugini transalpini sono il mercato di riferimento – spiega la Nettis – questo nonostante in Provence ci sia una grossa produzione che, però, non riesce a soddisfare il mercato interno”.
E proprio la rivalità con i francesi è la conclusione della Nettis: “Noi siamo il paese che produce più vino nel mondo, ma loro restano i migliori in fatto di marketing – dice -. Qui, in Puglia, ad esempio, con 8, 9 euro si beve bene. Lì in Francia per bere bene ci vogliono almeno 30 euro. Qui è tutta la differenza. Noi produciamo meglio di loro, ma loro sono i numeri uno a vendere i loro prodotti”.
E assaggi di rosa saranno possibili anche al Taormina Gourmet. Per la prima volta, infatti, l’associazione Puglia in Rosè sarà presente con una degustazione orizzontale da non perdere per assaggiare il meglio dell’enologia “in rosa”.
Giorgio Vaiana