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L'intervista

L’estate di Nino Graziano: “Bolognetta nel cuore. Apro un ristorante dedicato al mio paese”

08 Agosto 2017
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(Nino Graziano)

Nino Graziano è uno degli chef siciliani più conosciuti al mondo. E' stato tra i primi a conquistare due Stelle Michelin nell'Isola.

Nel 2004 decise di andar via dall'Isola e trasferirsi a Mosca dove assieme a soci russi facoltosi ha aperto il suo Semifreddo – Il Mulinazzo, il migliore ristorante italiano nella capitale russa, a pochissima distanza dalla piazza Rossa. Il suo percorso all'estero lo ha portato ad avviare una catena di ristoranti con un'impronta italiana, sempre in Russia, dal nome Accademia e poi un altro importante locale, sempre in società con imprenditori russi, La Bottega Siciliana, luogo gourmet sempre nel cuore della capitale russa, dove mangiare italiano (e siciliano, quindi) dalla prima colazione fino a tarda sera e poter concludere la giornata con una buona pizza, molto apprezzata dai moscoviti. Da poco lo sbarco a Roma, con l'Osteria Siciliana. Sempre in società con alcuni imprenditori russi, il locale, 40 coperti in tutto, più ventiquattro d'estate en plein air, si propone come un luogo dove mangiare cucina siciliana di alto livello grazie all'esperienza di Nino e ad un'attenta selezione di materie prime. A governare l'avvio della nuova esperienza c'è sempre Sabine Bour, la moglie di Nino. Bravissima e di grande esperienza anche nel gestire la sala.

Allora chef, estate strapiena di impegni, ma una pausa ci vuole…
“Già, tra un impegno e l'altro ho deciso di ritagliarmi una settimana di vacanza. E tornerò a casa. La mia casa: sarò a Bolognetta in provincia di Palermo con la mia famiglia”.

Stanco di stare sempre in giro per il mondo…
“Beh, gli aerei ti debilitano un po'. Amo il calore dello stare in famiglia circondato da affetti e da piccole cose. Ma c'è un luogo che mi piacerebbe visitare: la foresta amazzonica. Occorre, però, una lunga organizzazione e, soprattutto, tanto tempo che al momento non ho”.

Continua a fare la spola, dunque tra Mosca e Roma…
“Sono contento, dico sul serio. Il nostro progetto romano va benissimo grazie a mia moglie Sabine e mia figlia Elena che si occupano anima e corpo del locale. E grazie alla bravura del mio giovane chef Manuele Croce che non si fa trovare impreparato”. 

Non sta mai fermo, dunque. Qualche progetto futuro?
“Tante cose. Ma presto aprirò un ristorante dedicato proprio a Bolognetta, il mio paese natale, sullo stile della Bottega Siciliana. Ma non chiedetemi altre informazioni, non posso darle”

In Russia come vanno le cose?
“I locali vanno benissimo, i russi amano non solo la cucina italiana, ma anche la nostra. C'è parecchia attenzione alle materie prime”.

Da lì, dalla “Madre russia”, che effetto le fa la ristorazione italiana?
“Quasi impossibile giudicarla. Ho la mia idea, ma credo sia davvero difficile esprimerla. Almeno per il momento. E' necessario, però, un po' di impegno da parte di tutti. Meno scorciatoie e più sostanza e soprattutto più qualità. Odio chi usa polverine e similari. Siamo il paese che ha più prodotti alimentari di livello irraggiungibile per altri paesi, quindi grandi prodotti in mano a grandissimi chef. Un connubio fantastico”.

C'è un prodotto che adora cucinare?
“I carciofi. Quando li trovo al mercato non resisto. Li cucino in tutte la maniere possibili, dal semplice bollito, fino a friggerlo o farlo con frittate. Li adoro, una vera delizia”. 

C'è un piatto che ha mangiato ultimamente che ricorda con piacere?
“Ne ricordo due: Una minestra di aragosta preparata dai miei amici Donatella e Michele e gli anelletti al forno di mia moglie Sabine: spettacolari”.

E un vino, invece?
“Il vino più buono che ho bevuto ultimamente è un rosso di Toscana, un Brunello di Montalcino riserva Soldera di Case Basse”.

G.V.


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