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L'intervista

L’estate di Francesco Liantonio: “I rosati sono una certezza. La Puglia farà grandi cose”

23 Agosto 2017
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(Francesco Liantonio)

di Giorgio Vaiana

Un'estate piena di impegni, un occhio alla sua azienda Torrevento, che si trova a Corato in provincia di Bari; un altro a Valoritalia di cui è presidente. 

Per Francesco Liantonio l'estate, ormai quasi finita, non è in realtà nemmeno iniziata. “Ma sono sacrifici che non mi pesano”, dice. Una vendemmia 2017 da affrontare con tante incognite, il decreto appena ricevuto che stabilisce che Valoritalia si occuperà dei controlli sulla nuova Doc delle Venezie e poi i rosati, una scommessa vinta dalla Puglia che ha sorpreso anche lo stesso Liantonio.

Insomma Liantonio, una vendemmia cominciata da un paio di settimane con tante incognite…
“Abbiamo iniziato il 5 agosto, con 12 giorni di anticipo rispetto al 2016, quando iniziammo a tagliare i primi grappoli il 17 agosto. Qualitativamente la vendemmia sta andando molto bene. Quantitativamente no. Prevedo un calo del 20/30 per cento. Ma è presto per fare delle previsioni. Dobbiamo attendere che tutta l'uva sia in cantina. L'uva, poi, non ha molto peso sulla pianta. Dalle nostre parti non piove da marzo e abbiamo avuto un'estate davvero calda, con temperature che spesso hanno anche superato i 40 gradi. Le piante sono molto stressate e stiamo tutti cercando di capire come produrre grandi vini anche in situazioni aride e siccitose”.

Allora ha ragione Attilio Scienza quando dice che i produttori italiani devono cambiare modo di fare vino…
“Ho letto la sua intervista (leggi qui) e sono pienamente d'accordo con lui. E' importante avere un parere così autorevole. Ma tutto questo non deve farci scoraggiare e preoccupare. Dobbiamo solo abituarci a certe situazioni per avere risultati ottimali”.

Una situazione che conosce anche la sua azienda?
“Per fortuna Torrevento si trova in una zona collinare. E questo ci aiuta molto, perché abbiamo delle escursioni termiche importanti tra il giorno e la notte, un terreno roccioso e calcareo che trattiene l'umidità. Quindi soffriamo meno la siccità”.

Come sta la Puglia del Vino?
“Sta vivendo un momento magico, ma non parlo solo di vino. Parlo di turismo e di enoturismo. Una presenza di turisti che facilita il consumo dei vini regionali che vengono sempre più apprezzati e acquistati per essere trasportati nei paesi di provenienza dei turisti. La cosa che ci gratifica è che il consumatore prova piacere e piacevolezza nel bere i vini pugliesi. Perché ormai è chiaro che hanno le caratteristiche che il mercato mondiale per ora richiede. Abbiamo tantissime potenzialità, soprattutto con gli autoctoni e con la nostra tipicità. Dobbiamo essere bravi a sfruttare il momento”.

Ma c'è anche un mercato dello sfuso…
“Il secondo mercato pugliese. Quest'anno mi auguro che ci sarà una maggiore valorizzazione del nostro prodotto che sarà di grande qualità. Visto che andrà a sopperire il minor raccolto del 2017. Obiettivo, però, di tutti i produttori deve essere quello di valorizzare l'intera regione pugliese e il vino è un ottimo ambasciatore della nostra storia millenaria”.

I rosati sono il vino del futuro?
“Beh, direi che, come la Puglia, anche loro stanno vivendo un momento di grazia. Ma non è un caso. Perché la nostra regione è stata da sempre terra di rosati. Credo che solo qui i rosati abbiano la loro identità e unicità, un colore fantastico che già parla da solo, una grande frutta, un buon gusto di vaniglia e una piacevolezza nel bere. Non sono vini anonimi e se stanno conquistando il mercato un motivo ci sarà. Il consumatore li apprezza perché sono vini da tutto pasto. Tramite i rosati, poi, stiamo facendo avvicinare i giovani al mondo del vino”.

Ma avrebbe scommesso su questo successo 20 anni fa?
“Sì, assolutamente sì. Ma non immaginavo, se devo essere sincero, un successo simile. Non mi aspettavo questa crescita così tumultuosa e bella. Io sono stato un sostenitore dei vini rosati, un vino che rappresenta la nostra terra, la nostra Puglia”.

Tra i suoi impegni anche il ruolo di presidente di Valoritalia. Come vanno le cose?
“Siamo in una fase di cambiamento. Ezio Pelissetti, a cui vanno tutti i miei ringraziamenti, va in pensione. Lui è una colonna portante di Valoritalia. Io, come sapete, seguo Valoritalia fin dai suoi primi battiti ed Ezio è stato un pilastro. Ora con Luigino Disegna e Giuseppe Liberatore si apre una nuova fase. In questo momento stiamo lavorando insieme per affrontare al meglio questo passaggio delicato. Ma le cose vanno e andranno bene. Le aziende ormai hanno chiaro il concetto che i controlli che noi effettuiamo sono un valore aggiunto e non una manovra di disturbo. La realtà, onestà e trasparenza produttiva, ormai avviene nella totalità delle aziende italiane. Valoritalia opera affinché i contolli possano diventare un qualcosa in più. Una sicurezza anche per i titolari delle aziende. Ed è da poco stato firmato il decreto che ci ha affidato i controlli della nuova Doc delle Venezie. Un lavoro che vogliamo fare bene”. 

Quindi Liantonio, quest'anno niente ferie…
“E' stata un'estate molto piena. Ho fatto giusto una settimana di vacanza con mia moglie e miei tre figli all'isola d'Elba. Poi sono tornato subito al lavoro. Un momento toppo delicato”.

C'è un viaggio che vorrebbe fare?
“Più che un viaggio, vorrei poter vivere 15 giorni in una villa, circondata da verde, solo con la mia famiglia. Dedicare tutto il mio tempo a loro”. 

Lei per lavoro viaggia spesso. Ci sono dei territori del vino che la incuriosiscono?
“Devo dire che da un periodo a questa parte seguo con passione le produzioni di nicchia, quelle che non fanno grandi numeri, ma che fanno altissima qualità. Mi piacciono molto i vini vulcanici, come quelli dell'Etna, quelli isolani o quelli da coltivazioni eroiche. Mi piace conoscere la diversità che può esprimere il nostro territorio”.

Immagino, dunque, che la bevuta che ricorda con piacere è un vino con queste caratteristiche…
“Non sbaglia. Non dirò il nome, ma ho apprezzato tantissimo un bianco dell'Elba. Ne ordinerò alcune casse”.

Alla fine il vino italiano ce la farà?
“Il vino italiano ce l'ha sempre fatta, ce la deve fare e sarà protagonista dei prodotti di alta qualità nel mondo intero. Sono convinto che se il mondo del vino italiano marcerà unito, compatto, e continuerà a lavorare in maniera eticamente corretta e professionale, farà grandi cose”.


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