Avete organizzato quest’anno partecipazioni ed iniziative come degustazioni a tema ed altro?
“Negli spazi della Fiera di Verona dedicati alla Puglia allestiremo un’enoteca con una serie di assaggi guidati e non mancheranno cooking show. Saranno quattro al giorno, con un piatto caldo della tradizione pugliese, un prodotto tipico regionale, dai nostri formaggi e salumi passando per ortaggi e frutta e un dolce tipico pugliese. Grazie al vino, che tutto unisce, è possibile raccontare i territori. Le aziende produttrici e i sommelier insieme proporranno gli abbinamenti ai visitatori, in un coinvolgimento mai banale e di indubbio gusto. Avremo anche una serie di presentazioni e workshop negli spazi del Vinitaly e due eventi fuori salone, sempre con l’obiettivo di tenere insieme i sapori tipici di Puglia”.
Come sta cambiando la percezione del vino pugliese nei mercati internazionali? Ci sono dati o riscontri incoraggianti?
“Abbiamo in questi anni messo in piedi un portale, Puglia Wine World, un catalogo online dove è possibile trovare i dati di 190 aziende vitivinicole pugliesi, associati a ricette e itinerari. È un punto di partenza di un’idea di Puglia che ha nella varietà e diversificazione delle sue eccellenze agroalimentari il suo punto di forza, capace di raggiungere ogni angolo del pianeta. Ogni anno il Vinitaly ci riserva nuove e piacevoli interlocuzioni di carattere internazionale. Sono sicuro che non mancheranno per questa edizione 2023”.
Perché bere vino pugliese? Proviamo a dare una spiegazione a un buyer straniero che si approccia a questa parte d’Italia?
“Bere vino pugliese significa, in primis, degustare un prodotto d’eccellenza e poter fare un viaggio sensoriale nel territorio pugliese. Dal Nero di Troia al Negroamaro, passando per il Primitivo, Malvasia e Verdeca. Questi sono solo alcuni dei vitigni che consentono di scoprire e degustare vini bianchi, rosati e rossi pugliesi. L’esperienza di colori, profumi e sapori di un prodotto che caratterizza fortemente il nostro territorio, abbinato poi al buon cibo pugliese, è un’esperienza indimenticabile per chi vuole conoscere la Puglia”.
C’è qualche lavoro di ricerca che sta facendo la Regione sui vitigni dimenticati? O, più in generale, dove è orientata l’attività della Regione in fatto di vino?
“I vini di Puglia possono contare su 29 Denominazioni di origine controllata, 4 Denominazioni di origine controllata e garantita e 6 Indicazioni geografiche tipiche. Ma abbiamo anche 35 vitigni autoctoni, dal Bianco d’Alessano al Bombino Nero, dal Susumaniello al Maresco. Vitigni che abbiamo riconosciuto con decreti di giunta regionale e che rappresentano quest’identità plurima della Puglia e che sono ogni giorno una sfida culturale e colturale non solo per i nostri imprenditori ma per tutta la filiera vitivinicola pugliese, impegnata a valorizzarli, partendo proprio dal Vinitaly. Oltre i vitigni che costituiscono l’ossatura dell’enologia pugliese, possiamo con orgoglio vantare un notevole patrimonio genetico, costituito dai vitigni minori e rari, a rischio di erosione genetica o di estinzione, che sono da diversi anni oggetto di un intenso lavoro di recupero del germoplasma: di diversi tra questi stiamo esplorando, anche grazie alle nuove tecnologie, le potenzialità, perché il futuro della nostra vitivinicoltura trovi attraverso la loro valorizzazione, nuove opportunità, sulle solide radici del nostro passato”.