di Annalucia Galeone
In Italia il turismo dopo la pandemia avrà un nuovo volto, ma quale?
I dubbi e le domande sono numerosi, il mondo è cambiato così come le tempistiche di programmazione del viaggio, le abitudini e la durata. Aumenterà la domanda in bassa stagione, nei giorni infrasettimanali e le vacanze brevi. Dalle analisi di settore si evince che il Belpaese ha un grande appeal, è sempre al top nei desideri dei turisti di tutto il mondo, per fare il punto tra nodi da sciogliere, opportunità e strategie da saper cogliere. Abbiamo intervistato Giuseppe Mariano general manager presso Vestas hotel e resorts a Lecce e tesoriere dell’European Hotel Managers Association e Massimo Billetto esperto in banqueting e catering. Nelle future scelte dei viaggiatori sicuramente ci sarà una maggiore consapevolezza delle mete e della qualità dell’offerta. Se c’è un aspetto da considerare positivo nella tragedia della pandemia, è sicuramente quello del ridimensionamento di tutte le proposte di bassa qualità che, nel settore del turismo, sono spesso mascherate da slogan allettanti.
“I viaggi in Europa saranno vincolati alle politiche degli stati – sottolinea Giuseppe Mariano – prima di iniziare un viaggio il turista verificherà la sicurezza per evitare inconvenienti in aeroporto, durante gli spostamenti e in albergo. Dalle conference call con i maggiori tour operator stranieri è emerso che i componenti del segmento luxury composto soprattutto dai visitatori provenienti da Nord America, Canada, Australia, Russia e Arabia tenderanno a restare nei paesi di appartenenza. Nel breve termine è dunque confermata la tendenza al turismo di prossimità. Un flebile segnale di ripresa si avvertirà a settembre, ma solo nel 2022 si potrebbe notare una lieve ripartenza. Esiste un preconcetto sulla nostra cattiva organizzazione, l’Italia è però il paese europeo con il maggior numero di camere d’albergo e il quarto nel mondo dietro Stati Uniti, Giappone e Cina. Nel 2013 il patrimonio alberghiero italiano contava 33.316 esercizi, 1.089.770 camere e 2.233.823 posti letto. Se la percezione sarà positiva il turista sarà disposto a muoversi, Dobbiamo investire, innovare e rinnovare, organizzare capillarmente i servizi adeguandoli alle nuove esigenze, rispettare le normative, infondere fiducia e comunicare in modo idoneo le novità. L’ospite richiederà una pulizia estrema nelle stanze d’albergo e preferirà i luoghi isolati e l’aria aperta per la paura della folla e degli assembramenti”.
Legato a doppio filo al turismo estero è il settore wedding ed eventi, genera un indotto di decine e decine di miliardi di euro, dando lavoro a oltre un milione e mezzo di persone. Il crack ha generato una voragine economica spaventosa che probabilmente ha già ampiamente superato i 100 miliardi. “Gli imprenditori – afferma Massimo Billetto – che desiderano sopravvivere e trovare nuove forme di sviluppo nell’era post-Covid dovranno, soprattutto nel settore turistico, abbandonare il vetusto conseguimento perpetuo dell’ottimizzazione dei profitti, ma ragionare nell’ottica che il profitto sarà una naturale conseguenza di conversioni ragionate verso la sostenibilità. Nell’incertezza è iniziata la cancellazione degli eventi già riprogrammati dallo scorso anno. Il clima di instabilità sta frenando anche i potenziali nuovi clienti per il 2022. L’incidenza della clientela straniera è andata crescendo progressivamente nel corso degli ultimi cinque anni. E, ovviamente, le prime cancellazioni e perdite derivano proprio dal pubblico straniero, per il quale ci vorrà molto tempo prima che possa riacquistare fiducia nella nostra offerta. Il banqueting e il wedding sono le attività più penalizzate perché vivono di programmazioni e di investimenti preventivi. Per qualunque altra attività, dalla ristorazione ai teatri, dalle palestre ai cinema è possibile ripartire in pochi giorni e avere subito clientela”.