Occhio alla grande distribuzione organizzata oggi corteggiata anche da cantine autorevoli che sino a poco tempo fa la snobbavano.
E attenti anche ai vini con fascia di prezzo tra i 6 e i 10 euro perché potranno dare importanti soddisfazioni. Ne è convinto Maurizio Gandolfo (nella foto) da pochi mesi è il nuovo direttore commerciale dell’azienda Gorghi Tondi, nel terriotrio di Mazara del Vallo la cui guida è affidata a Clara e Annamaria Sala. Con Gandolfo tracciamo uno scenario per l’anno in corso.
Come è cominciato il 2012 per i mercati del vino? Tranquillo o in attesa di nuove tempeste?
“Ormai ci siamo abituati a condividere momenti di grande tensione e di incertezza il cui esito spesso non è prevedibile. Nel 2011 le tensioni nel bacino del Mediterraneo hanno fatto crescere ansia, timori e non solo, per esempio la provincia di Trapani ha subito la chiusura dell’aeroporto di Birgi con un conseguente drastico calo di turisti e d’immagine. Lo scenario politico a cavallo tra il 2011/2012 ha impattato brutalmente sul grado di fiducia dei consumatori. L’inizio del 2012 tra maltempo e malcontento popolare è partito molto male e sebbene gli italiani da domani saranno più poveri di ieri, almeno avranno una visione più chiara e stabile del futuro”.
La crisi sta cambiando qualcosa in un’azienda come Gorghi Tondi?
“Mi piace citare Albert Einstein: ”Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi… Per rispondere alla domanda. Sì, la crisi sta cambiando profondamente in positivo il nostro modo di pensare e di lavorare”.
Come sta cambiando l’approccio al vino sia in Italia che all’estero?
“Il vino da sempre più di qualsiasi altro prodotto è stato ed è quello che più riesce a rappresentare territorio e storia ma l’immensa proposta disponibile sul mercato continua a banalizzare questi aspetti che invece sono alla base delle aspettative dei consumatori. Bisogna comunque cercare di assecondare le tendenze di ogni singolo mercato e nello specifico di certo la Sicilia con tutti i suoi varietali può soddisfare davvero ogni esigenza. Credo sia oggi più che mai davvero cruciale implementare politiche di brand building”.
Continua l’attenzione verso i vini di fascia bassa? O la fascia media segna qualche passo di recupero?
“Bisogna fare chiarezza su quest’aspetto. Ogni prodotto ha un suo specifico luogo di consumo e un relativo contesto coerente con le aspettative di quei frequentatori/consumatori. Quindi sarebbe più corretto chiedersi se l’ aspettativa di questo “people out home” sia cambiata o no? A mio avviso è decisamente cambiata e non credo sia rimasto molto spazio per vini dal posizionamento prezzo immotivato e/o spropositato”.
Registrate una spinta forte verso la regionalizzazione dei consumi?
“Certamente ancora è molto forte il sentimento regionalistico ma da tempo si avvertono segnali di apertura e curiosità nei confronti di vini di altre regioni. Una comunicazione semplice ma cosmopolita potrebbe favorire l’immagine del vino siciliano in Italia e nel mondo”.
Il ruolo della Gdo in Italia è destinato a crescere ancora?
“Nel 2011 la Gdo nel comparto vini ha registrato un modesto +1,8% di crescita che è ben lontano dai valori a due cifre a cui ci eravamo abituati negli ultimi anni. Ma leggendo con attenzione i dati Iri di dicembre si nota come i consumatori ”off trade” stiano cambiando abitudini, difatti si registra una forte crescita nella fascia tra sei e 10 euro che fortunatamente compensa la perdita (-9%) nell’importante fascia che va da 3,50 a 5 euro. Analizzando questo dato si scopre che molte aziende storiche e famose dello scenario siciliano, che fino a ieri storcevano il naso, sono invece presenti in modo più che significativo in Gdo presidiando proprio quelle fasce di prezzo di cui parlavo prima. Noi da tempo siamo anche impegnati nel canale ”off trade” con un marchio e una produzione loro dedicata (Feudi San Nicola) e quest’anno abbiamo ampliato la gamma da 3 a ben 9 referenze tra vini fermi e spumanti”.
Con la Doc Sicilia, quali aspettative?
“È una grande opportunità che potrebbe aiutarci moltissimo in termini di comunicazione, ma molto dipenderà da quanto questa scelta sia resa refrattaria da opportunità di carattere politico”.
La carenza di uva ha aiutato alla fine le aziende dai grandi numeri? O no?
“Come ormai credo sia ben chiaro a tutti, le aziende come la nostra che sono totalmente autosufficienti, non ne hanno risentito in modo significativo e sinceramente non credo che la vendemmia verde abbia aiutato la viticoltura siciliana. Ricordo che l’imbottigliato siciliano non supera il 20%, quindi come si può credere che possa mancare vino sul mercato? Quello che manca è una giusta e corretta promozione in Italia e all’estero che ci aiuti a far conoscere la qualità dei nostri vini”.
All’estero chi è il grande concorrente della Sicilia?
“La scarsa informazione e il lavoro poco qualificato fatto da alcuni imbottigliatori opportunisti”.
Vinitaly 2012, quali novità da Tenuta Gorghi Tondi?
“Il Vinitaly rimane sempre la vetrina italiana più importante. In questa occasione presenteremo diverse novità tra cui il restyling che ha investito a 360° tutta la nostra azienda”.
C.d.G.