Ettore Nicoletto, nuovo amministratore dell’azienda veneta annuncia le prossime strategie. Dall’attenzione agli Stati Uniti al polo produttivo toscano con particolare riferimento a Montalcino. “La famiglia Angelini conferma il suo grande interesse per il vino”
di Emanuele Scarci
Bertani riparte con quattro ruote motrici: più forza al commerciale e al marketing, nuovi brand e mercati con acquisizioni in vista. La road map del nuovo ceo Ettore Nicoletto è chiara e ambiziosa. Supportata dal gruppo industriale Angelini, in piena salute (ancor di più oggi con Amuchina e Tachipirina) e desideroso di investire la montagna di utili che produce. Nel 2018 Angelini Finanziaria (farmaceutica, personal care, meccanica e vitivinicolo) ha realizzato ricavi consolidati per 1,6 miliardi, un utile operativo di 118 milioni e profitti per 70 milioni (92 l’esercizio precedente). Il ramo del vitivinicolo rappresenta il business da rafforzare nonostante Bertani Domains controlli 6 cantine, con 460 ettari vitati e una produzione di 3,7 milioni di bottiglie. Le geografie sono tra le più rinomate: Amarone, Brunello, Verdicchio (di Fazi Battaglia), Chianti Classico e Montepulciano. Manca giusto il Piemonte.
Dottor Nicoletto, a circa 3 mesi dall’insediamento, qual è la sua analisi “da dentro” Bertani? Quali sono le funzioni da rafforzare o le nuove strutture?
“Qualsiasi analisi, oggi, sarebbe ancora prematura. Pochi giorni dopo il mio insediamento, avvenuto il 2 marzo 2020, siamo entrati in un lockdown che ha limitato fortemente l’operatività. In prima analisi, in ogni caso, posso dire che abbiamo un ottimo assortimento di prodotti, una filosofia enologica ben definita e moderna e molte progettualità in corso. Al momento stiamo lavorando a un rafforzamento dell’area commerciale e della funzione marketing nello specifico. Investiremo in un nuovo approccio gestionale ai vari
brand e svilupperemo concept innovativi di wine experience in sito nella tenuta Novare (in Valpolicella) e a Montalcino (Val di Suga). Questo, tanto per cominciare”.
Prevede di cambiare distributori e importatori?
“Con il team stiamo facendo valutazioni. Non vi è dubbio che in alcuni mercati dovremo fare un salto di qualità – penso agli Stati Uniti – soprattutto sul versante della segmentazione per canali, ma anche sul posizionamento del brand principale (Bertani) in Italia. Non intravedo la necessità di cambiare interlocutori. Sento piuttosto il
bisogno di cambiare passo. Anticipando un tema, ritengo che opportunità di cambiamento di assetti distributivi potranno arrivare dalle future acquisizioni che solitamente portano in dote opzioni commerciali”.
Bertani ha importanti geografie: quali sono da rafforzare? Ce ne sono di nuove da acquisire?
“Abbiamo un patrimonio di marchi di primo livello. E c’è molto da valorizzare. Penso a Bertani, ma anche al polo toscano con Val di Suga in testa. Credo molto nella nostra offerta di Montalcino e sono convinto che per qualità e stile siamo ad altissimi livelli. Tutto questa andrà comunicato in modo efficace e ci stiamo attrezzando. Le acquisizioni arriveranno. Siamo molto impegnati su quel versante. Non anticipo nulla, ma guardando al nostro assortimento e conoscendomi, non è difficile immaginare le tipologie e geografie target. Sicuramente siamo interessati a dei brand che siano un fit con Bertani ed il suo prestigio”.
Quali sono i dati di fatturato 2019 di Bertani?
“Nel 2019 il fatturato ha registrato un calo di due punti percentuali attestandosi a 24,3 milioni, principalmente dovuto alla volontà di ridurre le scorte in alcuni mercati, Stati Uniti in particolare”.
Nel 2018 Bertani ha realizzato ricavi per 24,8 milioni e un utile di 175mila euro: i due esercizi precedenti si erano chiusi in rosso. Come intervenire?
“Non si può essere soddisfatti della performance economica di Bertani Domains degli ultimi anni. Tra i miei obiettivi ci sono la crescita del business e un netto miglioramento degli economics. La ricetta sarà un mix fatto di recupero di efficienza a livello agroindustriale unita ad una maggiore focalizzazione commerciale e ad una iniezione di nuovi brand/mercati. Insomma, una Bertani Domains a quattro ruote motrici”.
Il gruppo Angelini ha una solida struttura finanziaria, quindi ha le risorse necessarie per crescere. Quali saranno gli investimenti nei prossimi anni?
“Bertani Domains ha la fortuna di avere un azionista, Angelini Holding, che ha rinnovato il suo impegno strategico/industriale nel vino. Ci sentiamo ben supportati da un imprenditore attento, estremamente professionale ed aperto all’ascolto. Molto interessato al vino e desideroso di sostenere organizzativamente e finanziariamente questo nuovo corso di Bertani. Siamo ben posizionati, quindi, e dobbiamo solamente lavorare duramente per non deludere le aspettative. Che sono alte”.