di Giorgio Vaiana
Giusto il tempo di riprendersi dalla “sbornia” del Malvasia Day.
Ora si deve di nuovo continuare a programmare il futuro del consorzio di tutela e valorizzazione dei vini Malvasia delle Lipari Doc e Igt Salina. Lo sa benissimo il presidente Mauro Pollastri che tornerà sulla “sua” Vulcano a breve. “Malvasia Day è stata una bellissima esperienza – racconta – Le Eolie stanno vivendo una sorta di rinascita dopo la pandemia dello scorso anno. Il tipo di turismo è prettamente italiano, ma ho riscontri positivi dai colleghi. Ci sono tante visite nelle cantine e i ristoranti lavorano”. Manca l’estero, è vero, “ma rispetto allo scorso anno c’è una ripresa”, assicura il presidente. Ripresa visibile anche nelle vendite: “I numeri sono incoraggianti – dice Pollastri – anche se per onestà intellettuale bisognerebbe confrontare i numeri di quest’anno con quelli del 2019. Troppo semplice fare miglioramenti di vendite rispetto allo scorso anno. Export all’estero? Ancora pochissimi dati per capire. Faremo i conti alla fine”. Ora si riparte con le attività istituzionali, a partire da quelle relative al controllo e alla valorizzazione della produzione. “Sui controlli, i lavori sono ormai a regime – racconta Pollastri – Sono già stati fatti due verbali e due diffide ad altrettante aziende. Nella prima, una piemontese, abbiamo scoperto che si produceva una grappa in botti di malvasia delle Lipari. La seconda è delle Eolie. Produceva una malvasia delle Lipari in maniera non autorizzata. L’attività di tutela della denominazione è partita, ma c’è tanto da fare”. Il consorzio della Doc raccoglie 12 soci (erano 9 prima della scorsa tornata) con l’ingresso di 3 nuovi soci (Castellaro, Eolia e Barbanacoli che si sono aggunti ai veterani Hauner, Colosi, Punta Aria, Fenech, Virgona, Caravaglio, Tasca d’Almerita, Salvatore D’Amico, Barone di Villagrande) e l’erga omnes ottenuto tre anni fa. A proposito di erga omnes, già da quest’anno il consorzio chiederà le quote ai produttori non soci. “Non lo abbiamo fatto fino al 2019 – dice il presidente – Ora si comincia. D’altrondo rappresentiamo da soli oltre l’85 per cento della produzione”. Di bottiglie, con i dati aggiornati, se ne producono circa 27 mila di Malvasia Doc, mentre circa 202 mila di Salina Igt. Ora è tempo di confronti: “Partiamo dal fatto che il disciplinare della Doc è bloccato e non c’è nessuna intenzione di modificarlo. Quello è e quello rimane”. Ma c’è qualcosa da fare su Salina Igt: “Stiamo cominciando a ragionare su come questa denominazione possa diventare inclusiva”. E Pollastri lo spiega meglio: “Io produco a Vulcano, ma devo scrive Igt Salina e la gente si pone delle domande”. Quindi? “Si potrebbe immaginare una Igt Eolie”. Meno complessa di una Doc, certo (meno controlli e meno tempi di attesa), ma che non permetterebbe l’inserimento in etichetta delle sottozone (tipo i nomi delle singole isole delle Eolie): “Vero – dice Pollastri – ma sarebbe un buon modo per comunicare l’intero arcipelago. E’ un mio pensiero buttato così, ma secondo me un ragionamento in questo senso va fatto”.
Il successo del Malvasia Day
Intanto la decima edizione del Malvasia Day è tutta da ricordare. partecipazione di centinaia di visitatori e appassionati del vino, diversi giornalisti di testate nazionali e delle istituzioni locali. L’evento è stato anche l’occasione per presentare la Carta dei vini della Doc e Igt delle Lipari – una proposta collettiva di degustazione (si parte da un vino per azienda) che verrà proposta stabilmente nei luoghi del vino della Sicilia, a partire dalle Enoteche regionali e dai luoghi della cultura. Le Eolie e la sua tradizione vitivinicola è tempo che escano dai territori d’origine per raccontare il valore di una produzione ed assicurarne un futuro.