(Tommaso Dragotto)
Leggere il fenomeno dell’enoturismo attraverso Sicily by Car, azienda leader nel settore dell’autonoleggio, l'unica a capitale interamente italiano.
Lo facciamo ascoltando il punto di vista di Tommaso Dragotto, fondatore dell’azienda che entrerà nelle quotazioni del segmento Star del mercato Mta di Borsa Italiana nel 2020 e che oggi conta oltre 55 uffici sparsi in Italia, 4 in Albania, più di 20 mila macchine e 500 dipendenti.
Cosa fa la differenza in termini qualitativi nel suo settore?
“Siamo innanzitutto di fronte ad un settore che non è stato mai in crisi, ma la gestione aziendale, in questo campo, fa la differenza. Nell’ultimo periodo non solo non abbiamo licenziato nessuno ma abbiamo continuato ad assumere persone ogni anno”.
Quanto il turista è vostro cliente?
“Sicily by Car ha permesso di far fare tanti chilometri a milioni di individui, soprattutto turisti, perché l’85 per cento del fatturato è dato dal noleggio dedicato al tempo libero e al piacere. Abbiamo aperto la strada verso ciò che oggi si chiama turismo esperienziale, non limitandoci ad offrire il servizio di autonoleggio. Da sempre mi impegno per costruire qualcosa che sia una risorsa importante per la Sicilia e per i siciliani. E in questa mission rientrano le numerose attività culturali che abbiamo realizzato con lo scopo di promuovere la Sicilia stessa, iniziando dal docu film “Terra madre” che ho prodotto nel 2015″.
Il vino fa da traino nel settore del turismo?
“Oggi il vino rappresenta un punto di forza importantissimo per lo sviluppo di un territorio, ma non va separato dal turismo. Non a caso si parla sempre di più di eno-turismo e di turismo eno-gastronomico, perché chi ha voglia di visitare un luogo desidera scoprire vini, cibo, territorio. C’è un mondo imprenditoriale che vive di riflesso. Se il vino è un faro accesso, le bellezze naturali, paesaggistiche, culturali, gastronomiche si illuminano anche attraverso di esso. Un richiamo da cui partire e da sfruttare al meglio”.
Ci sono iniziative di Sicily by Car legate all’enoturismo?
“Certamente. Non si può certo negare che il vino sia un fattore di successo per un territorio; tutte le guide e le iniziative di turismo esperienziale sono oggi in maggior numero. In questo contesto Sicily by Car ha avviato già alcune iniziative in collaborazioni con Slow Food, nel 2015; siamo stati all’Expo di Milano e abbiamo realizzato una cartina della Sicilia enogastronomica convinti del fatto che il nostro servizio vada ampliato ed integrato ad altri servizi, attraverso la costruzione di itinerari di viaggio, per esempio. Alla fine vendiamo itinerari più che auto da noleggiare”.
Cos’è Donna Sicilia?
Dalla nostra crescente sensibilità verso le tematiche ambientaliste e culturali, è nato l’ultimo dei progetti dell’azienda, Donna Sicilia: una guida al territorio dove la conoscenza dei luoghi si abbina alla scoperta delle dimore storiche siciliane e del territorio circostante, alcune di queste strutture ricettive sono anche realtà vitivinicole. Donna Sicilia consente di fare l’intero percorso della Sicilia in mobilità elettrica: è un’eco guida con suggerimenti su dove andare, cosa vedere, dove dormire. L’automobilista si muove con una macchina elettrica ed ha la possibilità di ricaricarla presso le strutture segnalate. Oggi è ancora una start up, ma l’interesse verso l’iniziativa ha superato i confini nazionali. Molti tour operator ci hanno già chiamato e per esempio un tour operatore olandese è addirittura venuto in Sicilia per testare e promuovere il percorso con la stampa al seguito. Accanto a questa iniziative, a proposito di feeling con il mondo del vino, voglio citare un evento siciliano che sosteniamo già da tre anni: “38° parallelo – tra libri e cantine”, ulteriore prova del nostro volere sostenere le belle iniziative a favore della cultura”.
A livello regionale, quali sono, secondo lei, le regioni che possono giocarsi al meglio la carta dell’enoturismo?
“La carta dell’enoturismo è già ampiamente giocata nelle regioni forti come la Toscana e il Piemonte, lungimiranti in tale senso. Anche il Trentino Alto Adige ha grande notorietà; la Sicilia negli ultimi anni sta bruciando le tappe e si sta ponendo tra le maggiori regioni per eccellenza enoturistica: è un outsider quindi la più interessante”.
Cosa consiglia alle cantine per migliorare i servizi di accoglienza?
“Ci sono cantine che sono particolarmente abili nella comunicazione verso il turista e nel realizzare iniziative particolari, pensiamo al Vineyard Tour di Cantina Settesoli; altre sono più piccole e più concentrate su aspetti produttivi; dovrebbero sforzarsi per fare di più aprendosi al pubblico in modo più flessibile rispetto ai modi tradizionali, facendo sistema con il territorio. Come? Creando per esempio attività turistiche in sinergia con ciò che il territorio stesso offre, facendo rete con strutture ricettive e produttori, per offrire un pacchetto di viaggio che sia da guida per il turista. Questo crea anche valore aggiunto sul territorio”.
Quali sono i maggiori ostacoli per il turista che viaggia in macchina alla scoperta della regione?
“Il problema della logistica, legato alle strade è incidente sulle decisioni del turista, ostacola i movimenti, scoraggia. Da due anni Sicily by car si è associata ad una realtà che si chiama Alis (associazione logistica intermodalità sostenibile) che non solo cura gli interessi degli addetti ai lavori, ma anche le tematiche della sostenibilità ambientale con lo scopo di sensibilizzare le istituzioni. La manutenzione delle strade e le infrastrutture sono temi sostenuti dall’associazione. Ciò che si può fare da impresa lo facciamo. Per il resto, abbiamo a cuore una politica di tutela del patrimonio siciliano che passa anche attraverso la Fondazione Tommaso Dragotto. Nel 2017 abbiamo inaugurato la mostra “Sicilia, il Gran tour” (acquerelli di Fabrice Moireau) un viaggio moderno attraverso i luoghi iconici dell'isola sulle orme di quello che Goethe fece in Sicilia nel 1787”.
C.d.G.