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L'intervista

Daniela Mastroberardino: l’enoturismo in Italia cresce manca però una cabina di regia

22 Giugno 2012
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Da qualche giorno salita al vertice del Movimento Nazionale del Turismo del Vino, Daniela Mastroberardino (nella foto), titolare dell’azienda agricola Terredora, donna del vino che porta uno dei cognomi che stanno scrivendo la storia dell'enologia italiana, prende adesso in mano il piano di sviluppo del circuito che coinvolge più di mille cantine da nord a sud del Paese.

Tanti i progetti in cantiere per potenziare l’offerta enoturistica alla luce dei successi raccolti dalle iniziative promosse dal Movimento in ogni regione, come quella di Cantine Aperte. Ci racconta i propositi da presidente e il suo punto di vista sulle performance del comparto verso i mercati esteri.
 
I primi due, tre obiettivi della presidenza Mastroberardino alla guida di Mtv
“Stiamo ultimando in questi giorni la certificazione delle ultime cantine che hanno voluto associarsi al Movimento. Il progetto è in fase conclusiva poi comincerà la fase di autocontrollo. Portiamo a maturazione un sistema di certificazione dell’accoglienza che è stato potenziato durante questi ultimi anni sotto la presidenza della Lungarotti. La certificazione per noi è il punto qualificante dell’offerta enoturistica e il valore sempre più riconosciuto dell’enoturista”.

In cosa consiste la certificazione?
“Un parametro che prima di tutto rispetta due paletti. L’accoglienza ha a che fare con i requisiti oggettivi e soggettivi della persona che ospita il turista in cantina. Anzi si deve parlare in termini di autocertificazione. Il Movimento poi attiva un monitoraggio su questi requisiti, anche se non ci limitiamo a visitare le aziende, ad alcune segnaliamo anche il percorso che devono fare”.

Come sta il comparto dell’enoturismo?
“Secondo l’ultimo rapporto Censis riferito al  2011 siamo ad un potenziale del 20%. Siamo in una fase matura. Possiamo dire che dopo venti anni di Cantine Aperte, che ha dato il via all’exploit del turismo legato al vino, ancora non siamo davanti ad un mercato saturo. A differenza di altre realtà vinicole come Bordeaux o la Champagne o ancora la California la promozione turistica non ha goduto in Italia di un adeguato livello di organizzazione. Penso anche all’Australia e alla Nuova Zelanda. Pur non vendo una storia millenaria da raccontare, pur non essendo destinazioni del vino classiche, hanno raggiunto livelli di promozione importanti”.
 
In cosa sono stati più bravi gli altri?
“Probabilmente la capacità di poter avviare una promozione turistica in forma unitaria, di sicuro questo un punto di debolezza del nostro sistema Paese. Hanno creato una rete nei servizi, hanno avuto la capacità di interloquire ai tavoli giusti con i soggetti giusti. L’enoturismo sconta la mancanza di una cabina di regia, tutti sappiamo che il turismo è una di quelle materie devolute alla competenza regionale cosa che rende difficile il fare sistema per crescere tutti quanti insieme. Le potenzialità, ripeto ci sono tutte, ma la strada è ancora molto lunga”.

Una donna del sud alla guida del Movimento.
“E’ arrivato il momento di superare queste differenze di genere o di regione. Il turismo può essere l’attività attraverso cui far ripartire la crescita del nostro Paese, tutta l'Italia è un museo a cielo aperto. Le regioni del sud hanno solo il vantaggio di avere un clima più adatto a destagionalizzare il turismo, un buon viatico per lo sviluppo anche nelle aree interne non classiche come destinazione turistica”.

Esempio di due regioni virtuose all’interno del Movimento
“Tutte, con le proprie differenze sono virtuose. Posso dire che le più effervescenti sono il Friuli Venezia Giulia e la Puglia attualmente. Le cito a dimostrazione che si può fare bene al nord come al sud”.

Verso i mercati esteri conta di più oggi la leva del rapporto qualità/prezzo o del territorio?
“Da questo punto di vista per tanti produttori italiani le leve della qualità e del prezzo sono necessarie da coniugare, in più proprio perché il tessuto imprenditoriale del vino è tendenzialmente organizzato in dimensioni di piccole realtà la capacità di raccontare il proprio territorio rimane un aspetto fondamentale per proporsi, il plus che vantiamo sono le radici millenarie e la storia che ci caratterizzano. Questo ci rende interessanti”. 

Quattro presidenti su cinque al vertice del Movimento sono state donne, un caso?
“Lasciamo giudicare agli altri”. 

F.C. e M.L.