Il direttore del consorzio: la proposta di Veronafiere gravosa per noi. Progetteremo un Expo en plein air in Toscana…
Veronafiere ha scoperto le carte.
Sappiamo già tanto su quali spazi e soprattutto quali costi avrà il vino che vorrà essere protagonista ad Expo 2015, il mega appuntamento di Milano che avrà l'agricoltura e l'alimentazione come filo conduttore. C'è tuttavia chi manifesta perplessità sull'impostazione decisa da Veronafiere (illustrata in questo articolo, mettere link del pezzo di elisa costanzo). Come nel caso del direttore del consorzio Chianti Classico Docg Giuseppe Liberatore, a capo di una struttura tra le più significative di tutta Italia con circa seicento produttori e 35 milioni di bottiglie all'anno per un fatturato che varia tra i 250 e i 300 milioni di euro. Insomma, vale la pena ascoltarli se sondare il sentiment in vista di Expo.
Come valutate la proposta di Veronafiere?
“La proposta di Veronafiere ci lascia alquanto perplessi. Ci è stato proposto un impegno economico non indifferente per essere presenti come consorzio ad Expo. Abbiamo stimato il tutto in un impegno economico di almeno 250 mila euro per sei mesi. Un onere non da poco considerando che Expo non è una manifestazione di pochi giorni ma un evento dalla durata di sei mesi che necessita un’organizzazione dettagliata per riempire un calendario fitto di eventi e programmi. E quindi altri costi significativi…”.
Avete in mente una controproposta?
“Non c’è una controproposta, ma siamo perplessi e su questo stiamo discutendo all’interno del Consorzio. Sicuramente l’entità dell’investimento ha bloccato al momento il progetto. Expo è una passerella importante per tutti ed è un’occasione unica per fare conoscere il made in Italy e le nostre eccellenze. E su questa base noi, come Consorzio, vorremmo lavorare”.
Con gli altri Consorzi farete rete? Vi state confrontando?
“Ho avuto modo di discutere con il Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano Valdobbiadene e loro, come noi, sono sulla stessa lunghezza d’onda. Il Valdobbiadene, insieme all’Asti, hanno intavolato un discorso diverso, che parte da una base differente e un coinvolgimento di carattere differente in spazi commerciali. Almeno questo mi è sembrato l'intento”.
Durante la kermesse organizzerete nel territorio del Chianti Classico degli eventi collaterali ad Expo?
“Assolutamente sì, tutto il Chianti Classico sarà in prima linea con un fitto programma di eventi da seguire nella nostra regione. Expo è un’occasione da non perdere per Milano e per il resto d’Italia. Noi intendiamo convogliare nella nostra zona parte del flusso di visitatori che affollerà i padiglioni di Milano. Si parla di 20 milioni di visitatori, di cui otto milioni provenienti dall’estero. E pertanto vogliamo offrire le nostre strutture come quella di Santa Maria in Prato a Radda in Chianti. Bellissima, a detta di tutti, e funzionale per attirare visitatori e appassionati da tutto il mondo per raccontare il Chianti Classico. Ecco, proporremo una sorta di Expo en plein air. In Toscana”.
Veronafiere reealizzerà anche una sorta di enoteca on line e chiunque potrà acquistare il vino. Non è una buona idea?
“Non è nelle nostre corde fare business con queste modalità. A mio parere non è questa la ricetta giusta per rientrare dai costi e rilanciare il prodotto. Piuttosto, investiremmo ben volentieri le risorse in comunicazione”.
E quindi? Expo sì o Expo no?
“Expo sì, ma non sappiamo ancora come”.
Roberto Chifari