Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

Bursi (Settesoli): “Le vendite nella Gdo hanno assorbito il crollo nel canale Horeca”

09 Luglio 2020
giuseppe_bursi giuseppe_bursi

Il presidente della cantina di Menfi traccia il bilancio dei primi sei mesi tempestosi del 2020. “A giugno confermato il fatturato dello scorso anno. Ma distillazione di crisi e rese per ettaro riviste al ribasso non basteranno a salvare le aziende in difficoltà”.

Sei mesi di bilancio. Sei mesi che hanno attraversato e stanno attraversando l’emergenza sanitaria. Ma Giuseppe Bursi, presidente della Settesoli, la cantina cooperativa di Menfi in provincia di Agrigento, fa il punto della situazione. E se da un lato il canale Horeca si è azzerato, dal’altro lato le vendite della Gdo hanno colmato il disastro finanziario che incombeva. Frutto di precise strategie commerciali, ma anche di visione,

Come state vivendo questo momento in Settesoli e a Menfi post lockdown?
“Siamo ripartiti a molla, dopo due mesi di lockdown nei quali comunque ci siamo preparati al meglio delle nostre possibilità, sviluppando un approccio metodico nuovo e approntato in tempi record ai mercati. Abbiamo investito in comunicazione Tv, realizzando uno spot inedito su una rete nazionale, approfittando di offerte decisamente in saldo per cavalcare il booster delle performance Gdo in pieno accaparramento e un’intera nazione davanti a Tv e smartphone, ristrutturando in tempi record una piattaforma web per l’e-commerce molto performante, aprendo ad oltre 15 paesi nuovi, la possibilità di acquistare i nostri vini con un servizio rapido ed efficiente. Abbiamo presentato i nostri vini ed i nostri nuovi progetti quali i vini dell’Etna con dirette streaming strutturate e moltissime video call per la chiusura dei contratti nazionali e periferici della Gdo. Non solo. Diverse altre attività partite proprio durante il lockdown, stanno ancora spingendo sulle vendite, come l’iniziativa Cantine Settesoli & Friend, un vero e proprio wine club che sfrutta il network di amicizie dei nostri 2.000 soci catalizzandoli sul nostro e-commerce a condizioni dedicate. Anche le collaborazioni con alcuni player di Delivery si stanno concretizzando e porteranno spero i risultati sperati in un canale fino ad oggi inesplorato. Ora stiamo lentamente rientrando anche nella piena operatività, naturalmente con tutte le misure precauzionali previste, forti di numeri che in un periodo così estremo, ci premiano nel complesso aziendale accompagnandoci verso una chiusura d’anno fiscale a budget, che non è cosa da poco e nonostante il forte contraccolpo subito in Horeca. A tal proposito però, per dare un dato, stiamo pareggiando il fatturato di giugno 2020 su giugno 2019. Quindi al di là delle aspettative. Siamo decisamente carichi nonostante la tempesta”.

Il 2020 è l’anno delle fiere out. Come pense si possano recuperare i contatti commerciali? E le vendite?
“Metodiche nuove ci permettono di essere più vicini ai nostri clienti attraverso la tecnologia, ma è indubbio che non avere a disposizione le fiere rallenta la crescita della rete di conoscenze e di contatti da sviluppare. Recupereremo pian piano, considerato che tali momenti di incontro sono mancati ai produttori come noi in cerca di nuovi sbocchi ma, viceversa, anche ai distributori a caccia di novità. I contatti e gli incontri si stanno ricostruendo a partire dall’Italia, prima nazione ad essere “uscita” dalla fase più calda della crisi ed in tempi molto accelerati rispetto alle previsioni e succederà anche all’estero man mano che le Nazioni faranno i passaggi avvenuti prima qui”.

Avete preso decisioni importanti nel cda? La gdo sta aiutando una cantina come la vostra?
“In linea generale il Cda ha confermato gli investimenti ed è riuscito a cautelare soci e dipendenti. La Gdo certamente è stata fondamentale per sostenere la cooperativa, assorbendo totalmente le perdite del canale Horeca che si è fermato per oltre 2 mesi completamente”.

Il canale Horeca come sta ripartendo?
“Lentamente e lo rileviamo con una ottimistica cautela. Non tutti hanno ancora riaperto certo e chi lo ha fatto è ripartito con estrema attenzione ma come dicevo prima, le persone pare stiano accettando qualche sacrificio e non sembrano rinunciare ad uscire per frequentare di nuovo bar e ristoranti. Prima di tornare alla normalità passerà del tempo ma la direzione è quella di una attenta ma costante riapertura”.

Pensa che questo stravolgimento cambierà il nostro approccio al vino?
“L’approccio al vino penso di no, piuttosto probabilmente si sono create nuove occasioni di consumo alternative, come la riscoperta del consumo conviviale tra le mura di casa e la conseguente ricerca sugli scaffali della Gdo di prodotti prima reperiti in enoteca o al ristorante. Quindi direi che sicuramente il mercato ha sviluppato o incrementato canali di consumo meno tradizionali”.

C’è qualcosa che vorrebbe dire ai produttori siciliani oppure ai suoi soci?
“Ai produttori siciliani di tenere duro in un momento molto difficile, ma sono convinto che lo sapranno fare essendo da sempre temprati alle difficoltà. Ai miei soci di avere fiducia nel grande lavoro che questo Cda sta facendo, confermato dalla forza dei numeri che, nonostante la gravissima situazione generata dal Covid-19, ci vede quasi in linea con i dati del budget predisposto senza evidentemente tenere conto dei due mesi e passa di chiusura dell’Horeca e quindi della forte penalizzazione subita dal nostro Brand Mandrarossa”.

Ministero e Regione stanno organizzando una serie di iniziative valide a sostegno del settore? Oppure cosa andrebbe fatto?
“Andrebbero sostenute con aiuti diretti e a fondo perduto le aziende che producono vini da destinare all’Horeca per contrastare almeno in parte i danni e le riduzioni di fatturato nel periodo di lokdown; interventi quali la distillazione o l’abbassamento delle rese, mi sembrano iniziative inadeguate rispetto alla gravità della situazione”.

Tra le misure di sostegno alla vitivinicoltura c’è qualcosa a cui farete ricorso? Distillazione di crisi?
“Assolutamente no. I prezzi sono così bassi che non ricorreremo a tale tipo di intervento”.

Pensa che anche la Doc Sicilia debba ridurre le rese per ettaro? E creare condizioni per fare spazio al vino della prossima vendemmia?
“Direi assolutamente di no. Le rese medie sono già abbastanza basse. La Doc Sicilia deve concentrarsi a sviluppare la comunicazione ed avviare nuovi progetti per valorizzare i nostri vini e questo sta già facendo con la creazione ad esempio della Fondazione Sostain Sicilia per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e la qualificazione dei nostri vini e con iniziative al momento allo studio che puntano alla valorizzazione dei nostri vitigni autoctoni quali ad esempio il Grillo”.

C.d.G.