Giuseppe Bursi è stato riconfermato alla guida della cooperativa. E alla nostra redazione racconta i progetti e le sfide che attendono la compagine siciliana
Se non è stato un plebicito, poco ci è mancato. Giuseppe Bursi è stato confermato alla guida di Cantine Settesoli, la realtà siciliana di Menfi, in provincia di Agrigento. C’erano pochissimi dubbi, visti gli oltre 700 voti presi come consigliere del Cda. Il consiglio di amministrazione, dunque, ha solo ratificato la scelta dei soci, confermando Bursi alla presidenza. “Sono soddisfatto – racconta alla nostra redazione il presidente – Si vede che è passato il messaggio e non era davvero facile”. Ora Bursi, potrà tornare a fare quello che stava facendo da tre anni: “Ci siamo concentrati gioco-forza sulla Gdo, vista la pandemia e devo dire con risultati soddisfacenti – dice – Abbiamo avuto un aumento delle vendite del 7 per cento per quanto riguarda i marchi Mandrarossa e Inycon e anche l’estero sta andando molto bene. Come ben sapete, l’Horeca è fermo e quindi ci siamo dovuti dedicare ad altri canali di vendita e siamo riusciti a consolidare i nostri marchi aziendali. Ora attediamo le riaperture e cercheremo di affrontare i mercati con una nuova filosofia”. Ed è una storia già vista da queste parti. Negli anni Settesoli ha saputo crescere ed evolvere. “La nostra storia già ci insegna qualcosa – dice Bursi – La voglia di cambiare, di rivoluzionare. Pensiamo a Mandrarossa, marchio nato nel 1999, di certo non per merito mio, ma grazie all’ex presidente Diego Planeta. Siamo stati un po’ d’esempio per le altre cooperative nazionali e non è stato un passaggio semplice ed immediato. Il mercato è spietato, c’è tantissima concorrenza. Ecco perché bisogna fare cose diverse e non parlo solo di altissima qualità che quella è scontata. Le cooperative in questi anni hanno fatto passi da gigante avanti e molti ancora ne devono fare. Perché la quantità di vino sfuso resta altissima. Credo che bisogna puntare sulla valorizzazione dei marchi, è fondamentale”.
In Sicilia ancora c’è un po’ di diffendenza nei confronti dei vini prodotti dalle cooperative: “Non parlo solo di consumatori diciamo “normali”, ma anche di addetti ai lavori – dice Bursi – Molti sono convinti che questi vini non possano essere buoni come quelli fatti da privati. Ecco, credo che serva un lavoro culturale, di conoscenza di questi vini la cui qualità è davvero indiscussa. Noi non facciamo Barolo da 80 euro, quelle sono altre cose. Noi facciamo vini che hanno un rapporto qualità/prezzo perfettamente corretto. Abbiamo 32 varietà diverse, 5 mila ettari di vigneti, una variabilità del territorio enorme che hanno solo poche altre cooperative. E queste cose, poi, in bottiglia le percepisci”. Al Sud, però, si rimane sempre un passettino indietro: “Da noi manca un po’ la capacità di pensare in maniera diversa – dice – Credo che adesso sia venuto il tempo di affrontare le cose non in maniera casuale, ma sedendosi a tavolino, bisogna cambiare l’approccio, non si può arrivare subito, non si può correre. I risultati si ottengono con il tempo. Dobbiamo guardare ad alcuni modelli di cooperative del Nord e bisogna avere sempre chiaro che in questo mondo ci sono delle regole che vanno rispettate. Si possono creare dei modelli virtuosi”.
Ora per Bursi, è tempo di nuovi progetti. E tra questi, quello interessante riguarda il Vermentino: “Un vitigno che si è adattato benissimo alle zone mediterranee – dice – I primi risultati delle nostre sperimentazioni sono molto interessanti. Per noi di Settesoli il Vermentino non è una novità, abbiamo già il varietale. Ma stiamo pensando a una linea medio-alta, che possa incuriosire i consumatori e far parlare di sé”. Sarà un Vermentino vinificato in purezza e le prime bottiglie potrebbero essere in commercio tra la fine del 2021 e gli inizi del 2022. “Dobbiamo pensare a sfruttare quello che abbiamo – conclude Bursi – E secondo me sarà la scelta vincente”. Con Bursi, nella scorsa tornata di votazioni nella cooperativa, sono anche stati eletti Antonino Scirica (vice presidente), Giuseppe Antonio Bilà (vice presidente), Vincenzo Vetrano (consigliere), Salvatore Lombardo (consigliere), Giuseppe Piazza (consigliere), Antonino Crespo (consigliere), Liborio Marrone (consigliere), Carlo Argiroffi (consigliere).
C.d.G.