Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

Antonio Cappadonia, il direttore tecnico di Sherbeth

15 Settembre 2011
cappadonia cappadonia

di Giovanni Paternò

Nell’immaginario collettivo e spesso nella cruda realtà il poeta è considerato un artista che sviluppa la sua creatività mosso dall’ispirazione, dal sentimento e dalla sua anima senza curarsi se questa sua attività abbia un consistente ritorno economico comunque comparabile alla qualità del prodotto.

Poi ci sono personaggi che pur non scrivendo poesie affrontano il proprio lavoro con tali entusiasmo, emotività e sublime perfezione da procurare nel prossimo quei sentimenti e quel piacere che suscita una bella poesia e pertanto possono essere definiti poeti nel loro campo. Uno di questi è Antonio Cappadonia, il direttore tecnico ed animatore di Sherbeth, il festival del gelato, la cui quinta edizione si terrà a Cefalù dal 15 al 18 settembre.
Cappadonia, spinto dal padre, circa 25 anni fa ha aperto un bar con pasticceria e gelateria nel corso principale di Cerda, cittadina rimasta famosa per l’allora Targa Florio ed ora per la produzione dei carciofi, con relativa sagra. Studiando sui libri, partecipando a corsi di formazione è rimasto folgorato sulla via del gelato artigianale, che è diventato la sua passione, l’oggetto di continua ricerca, di assoluta attenzione finchè le sue produzioni hanno raggiunto la perfezione nel gusto, nei profumi, nella consistenza. Ha vinto prestigiosi premi, è stato membro dell’Accademia della Gelateria Italiana, è socio fondatore della Duciezio associazione culturale della pasticceria e gelateria siciliana ed è stato attenzionato protagonista della stampa e media italiani e internazionali. Nonostante sia ormai apprezzato e famoso Antonio Cappadonia è rimasto legato alla sua attività di una piccola gelateria in un piccolo paese, come un poeta che si nutre del frutto della sua ispirazione, rifuggendo dal richiamo della ricchezza materiale. L’abbiamo incontrato a Villa Igiea, in occasione della presentazione di Sherbeth alla stampa e dall’intervista che segue potrete rendervi conto della sua qualità umana.

Come mai nella molteplice attività di un bar è stato attratto dal gelato?
“Non lo so nemmeno io, è stato una specie di mistero, non so cosa mi abbia attratto, fatto sta che c’è qualcosa che mi emoziona ogni volta che penso al gelato e ogni volta che lo produco”.

Come si è formato?
“Prima di tutto frequentando le fiere di settore dove ho conosciuto e contattato le firme più importanti; studiando sui libri, specialmente quello di Luca Caviezel, pasticciere di origine svizzera ma siciliano di adozione, vero luminare della moderna gelateria artigianale; partecipando a corsi di formazione e poi perfezionandomi con la continua ricerca per il miglioramento della tecnica e la scelta delle materie prime”.

Il segreto per realizzare un ottimo gelato artigianale?
“Prima di tutto la passione, lo studio, la ricerca, io vivo un rapporto sentimentale col mio lavoro e questo costituisce il mio segreto. Poi la base di tutto è la scelta degli ingredienti giusti; il vero gelato artigianale di grande qualità non si serve di basi preconfezionate ma della sapiente scelta e del preciso bilanciamento delle materie prime. Io vado alla ricerca nei mercati e in pieno campo dove contatto direttamente chi coltiva la terra, chi produce dell’ottima frutta sia fresca sia secca. Sono sempre alla ricerca della qualità”.

Come mai si è fermato a Cerda, che tutto sommato è defilata rispetto al turismo e non ha i grandi numeri che potrebbe avere una città, o almeno non ha pensato di aumentare la produzione per esportarla fuori dai confini cittadini e quindi incrementare il ritorno economico?
“Le risposte potrebbero essere tante, la mia missione è svolgere bene il mio lavoro e non mi importa dove mi trovo, penso solo al gelato artigianale e per me l’importante è che sia fatto bene. Fossi vissuto in una grande città lo avrei fatto lì, sono nato e vissuto a Cerda e qui ho la mia attività, fossi stato in un pizzo di montagna sarei stato ben felice lo stesso. Finora non ho approfondito gli aspetti prettamente commerciali. Per 25 anni questo contesto urbano mi ha aiutato nella mia serenità e mi ha permesso di fare il gelato sempre meglio, meglio del giorno prima. E poi è come il lavoro di un poeta, la creazione delle sue poesie può essere delegata ad altri? Per me quello che faccio è poesia e finora mi basta”.

Ecco perchè Antonio Cappadonia è un poeta, un grande poeta.