È Sos vigneti per l'Italia, il Paese che un tempo veniva chiamato Enotria proprio per la sua vocazione vitivinicola.
Wine2wine, il forum sul prodotto vino e il suo business al via oggi a Veronafiere, si apre con un grido d'allarme del presidente di Unione Italiana Vini (Uiv) Domenico Zonin: “Persi 10 mila ettari vitati l'anno negli ultimi dieci anni. E per colpa di tre, quattro assessori regionali – ha detto Zonin – gli altri sistemi regionali non hanno la possibilità di esportare diritti di impianti in altre regioni”.
La questione, ha spiegato, nasce dal “blocco in alcune Regioni dei diritti di impianto che sono in portfolio, ma non vengono usati. E se non verranno utilizzati entro dicembre 2015, il Sistema Italia perderà circa 46 mila ettari di vigneto, il che significa abbandono rurale e perdita di prospettiva economiche e di posti di lavoro”.
“La maggior parte delle richieste di diritti di impianto provengono dal Nord – ha precisato il presidente Uiv – mentre le dismissioni si concentrano al Sud”. A questo squilibrio si aggiunge, ha denunciato Zonin, “il sistema delle autorizzazioni Ue che è molto rigido in quanto legato al vigneto, e non trasferibile. Ciò comporta che se un viticoltore smette di fare vino, non può vendere e quel vigneto si perde per sempre. Una rigidità che non aiuta neanche chi vuole investire perché se c'è un vino italiano di tendenza, come il 'fenomeno Prosecco', non si può in tempi ragionevoli avviare vigneti di quel vino. Per questo Uiv chiede almeno una gestione controllata dal Mipaaf, una gestione centralizzata dunque che possa far compensazioni dei diritti, in alternativa alla gestione regionale”.
Un ultimo appello dell'Unione Italiana Vini è sui fondi di promozione nell'ambito dell'Ocm vino: “16 milioni di euro l'anno non vengono spesi per la promozione – ha detto Zonin – ma vengono dirottati su altro. Chiediamo al Mipaaf e agli assessori regionali che questi 16 milioni tornino in quota Ocm e sostengano il vino made in Italy in questa fase di consumi interni al palo e frammentazione del mercato globale”.
C.d.G.