Riceviamo e pubblichiamo
di Walter Massa
Via Maga Lino n° 50, Broni. Quando in Italia si vendeva vino sfuso, in damigiana o in fiaschi, Lino Maga sceglieva di portare le sue uve in bottiglia. Negli anni in cui le vigne erano in mano ai viticoltori, Lino Maga si occupava in prima persona di vigna, cantina e mercato ispirando a Veronelli l’appellativo di Vignaiolo. La stessa Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ne fece il proprio testimonial nel 2014 con il riconoscimento del primo premio Fivi. Lino Maga che ha lottato 22 anni per affermare le sue verità: quelle della Terra, quelle della Vigna, quelle del Vino. Il suo contributo è stato decisivo per formare il mercato del vino italiano di qualità. Oltre che con la qualità in bottiglia, con il prezzo che dà valore al lavoro in vigna e in cantina, con il nome che rispetta il territorio ed esalta le peculiarità dei cru Barbacarlo e Montebuono.
Lino Maga è tra i primi con le sue bottiglie a scrivere pagine di paesaggio, ambiente, sostenibilità, vitigni autoctoni, economia. Broni è così diventata in italia e nel mondo crocevia di colte bevute e profonde discussioni. Via Mazzini sarà per sempre Via Maga Lino. Il suo messaggio, i suoi sacrifici, i suoi faticosi successi rimarranno indelebilmente impressi nei messaggi trascritti di suo pugno, appesi alle pareti del civico 50 come un monito per le generazioni presenti e future. L’Oltrepo che lui ha profondamente amato, ma l’Italia tutta, oggi ha ancora più bisogno del suo esempio e del lavoro di chi ne ha raccolto il testimone. Lino che amava il vino genuino. Lino che non si è mai stancato di ripetere “il Vino è una cosa seria”.