C’è attesa nel mondo degli addetti ai lavori. Lo spostamento del Prowein di Dusseldorf, comunicato qualche giorno fa (leggi questo articolo>), ha messo in allarme soprattutto i produttori italiani che adesso puntano i loro occhi in direzione Verona, per capire cosa succederà per il Vinitaly, previsto dal 19 al 22 aprile.
L’associazione ViTe, Vignaioli e Territori, ha inviato un test ai suoi contatti per capire il sentiment di questi giorni, ossia la preoccupazione di una eventuale cancellazione della fiera veronese ed un’eventuale rimodulazione. Ma soprattutto per capire se, in caso di conferma, si potrà garantire un flusso diciamo “normale” di visitatori, che lo scorso anno ha superato quota 150 mila presenze. “Non ho la più pallida idea di quello che accadrà – dice Alessandro Dettori di Vite – E’ una cosa che va oltre la nostra immaginazione, nel senso che stiamo parlando di cose più grandi di noi. Posso solo dire che i veritici di VeronaFiere hanno fatto benissimo a confermare le date del Vinitaly 2020, perché bisogna avere fiducia nel sistema paese. Ma da qui ad aprile può succedere di tutto. Io comunque sono fiducioso delle misure messe in campo dal sistema sanitario nazionale per contrastare il coronavirus”.
Secondo Dettori, l’Italia non ne sta uscendo bene a livello di immagine: “Stiamo facendo un po’ la figura dei cialtroni – dice – Ci sono dei distributori, poi, che stanno chiedendo ai produttori italiani di non andare ai tasting organizzati all’estero, mentre restano confermati quelli con i produttori francesi. Ecco perché secondo me è giusto che Vinitaly tenga in piedi la speranza del mondo del vino italiano mantenendo confermate le date. Ancora c’è un sacco di tempo”. La decisione improvvisa di spostare il Prowein a Dusseldorf ha sopreso tutti: “Non ce l’aspettavamo – dice Dettori – Biosgnerebbe capire se la decisione è stata presa per un reale problema tedesco, oppure se hanno paura dei contagi in arrivo dal’Italia o dai paesi asiatici. In ogni caso a decidere è stato il governo tedesco, gli organizzatori di Prowein c’entrano poco o nulla”.
Troppo presto per azzardare previsioni sul Vinitaly: “Se dovessere crescere in questi giorni i focolai in maniera esponenziale, la decisione del rinvio sarebbe inevitabile – dice Dettori – Per ora, però, mi pare prematuro parlarne. In Sardegna in questo momento siamo spettatori. Ma giorni fa, quando si era diffusa la notizia di un possibile contagio, è scattato il panico e la diffusione a caso di notizie senza un fondo di verità. Io non sono spaventato. Sono solo preoccupato per le persone a me vicine che non stanno benissimo e soprattutto per le rotture di scatole di una eventuale quarantena”. Ma del rinvio del Vinitaly Dettori non ne vuole parlare: “Noi dobbiamo andare al Vinitaly nelle date fissate, non c’è altra soluzione – dice – E se questo avverrà, vuol dire che l’economia italiana si sta riprendendo. Perchè se dovessero rinviare anche il Vinitaly, la crisi finanziaria italiana sarà peggio di quella del 2008”.