(Silvana Ballotta)
Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, torna a parlare di Brexit (lo aveva già fatto con noi qualche tempo fa, clicca qui per i dettagli).
Lo fa con Jancis Robinson, alla quale ha concesso un’intervista che è stata pubblicata sul portale della giornalista inglese.
Il Regno Unito, per la Ballotta è un mercato molto importante in tutto il panorama europeo e l’anno scorso ha sfiorato i 750 milioni di euro di ricavi, con una crescita costante in tutto il periodo analizzato. Ora, però, secondo la Ballotta, la Brexit ha causato ai vignaioli e ai proprietari di aziende “una situazione di disagio”.
“Non solo – spiega la Ballotta – per il più ovvio scenario di minore potere d'acquisto degli inglesi a causa alla sterlina debole. Ma c’è anche la concreta possibilità che le nostre denominazioni non siano protette abbastanza”. E se la Brexit fosse l’occasione per rafforzare la presenza dei vini italiani nel Nuovo Mondo? “Difficile dirlo adesso”, spiega la Ballotta.
Certo la Brexit ha ancora scenari molto incerti. “Bisogna anche capire – conclude la Ballotta – se il regno Unito poi sarà un paese destinatario di fondi europei per la promozione, oppure si dovranno attendere fondi Ocm per la promozione in Paesi Terzi. Anche a Bruxelles non sanno che pesci pigliare in merito a questa questione”.
Brexit per la Ballotta “è un salto nel buio” e non si conoscono le condizioni future: “La Commissione europea non intende avviare alcuna trattativa prima della presentazione ufficiale da parte del Regno Unito della richiesta di uscita – spiega la Ballotta – Poi bisognerà trovare nuove forme di cooperazione, un po’ come quelle già adottate dall'Unione Europea con la Norvegia e la Svizzera”.
Se passiamo in rassegna l'andamento del mercato del vino italiano nel Regno Unito, si scopre che negli ultimi cinque anni, c’è stato un aumento record del 46,9%, più del doppio rispetto alle esportazioni verso la Svizzera, più del doppio rispetto alla media mondiale, e quasi tre volte di più rispetto alla media dell’Unione europea.
Insomma, al momento Brexit ferma tutto. E allora che fare? Anticipare tutto e promuovere fino a che si può il vino italiano nel Regno Unito, oppure attendere le nuove disposizioni in materia? Forse per il consumatore del Regno Unito, adesso, ci sarebbe l’opportunità di accedere più facilmente ai vini italiani e ampliarne la conoscenza, prima che una ulteriore svalutazione della moneta e l'aumento dei prezzi possano rendere instabile e rallentare questo mercato così importante per l’enologia italiana.
C.d.G.