Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervento

“TripAdvisor e la guida Michelin hanno unito le loro forze (o le debolezze)”

04 Dicembre 2019
alberto_lupini alberto_lupini


(Alberto Lupini)

di Alberto Lupini*

C’è solo da aspettare che la guida dismetta il rosso e assuma una copertina verde. 

Essendo il partner più forte è invece improbabile che sia il Gufo a diventare rosso. Entrambi in calo di consensi (il portale pure nella quotazione in Borsa), uno emblema di taroccamenti e condannato in mezza Europa, l’altro con un’autorevolezza ormai ridotta al lumicino, TripAdvisor e la guida Michelin hanno unito le forze (o le debolezze…) in una sorta di santa alleanza per condizionare il mercato della ristorazione (leggi questo articolo>). Con un Coup de théâtre che mette fine a qualunque discussione sul primato dei “liberi” commenti dei consumatori in rete (anche se falsi o scritti da chi non sa nemmeno come si cucina un uovo sodo) rispetto alle recensioni dei “critici” (più o meno esperti), Trip raggiunge l’obiettivo finale che si era posto da sempre: avere una piattaforma mondiale di prenotazioni con costi a carico dei ristoratori, obbligati dal “ricatto” a stare nella bacheca.

Il primo passo era stato affiancare a Trip un sito apparentemente di servizio, The Fork, che garantisce di fatto una “protezione” rispetto al Far West del portale madre, dove tutti possono sparare con la licenza di uccidere grazie all’anarchia di commenti a pagamento o tarocchi. E questo proponendolo come una cosa utile e necessaria: se stai su The Fork ci sono riguardi, se sei fuori non hai diritto a repliche o richieste di cancellazione dei commenti più falsi. E non puoi nemmeno uscire da quel sistema…

Ma lo sputtanamento generale di TripAdvisor aveva reso sempre meno credibile lo strumento. Ecco allora l’accordo con la realtà che avrebbe dovuto essere il simbolo dell’anti TripAdvisor per eccellenza: la “rossa”. Le recensioni della Michelin (14mila locali in tutto il mondo) saranno travasate pari pari su TripAdvisor. In soccorso del taroccatore americano dei giudizi sui locali, arriva dunque il francese che, nel bene o nel male, sulla carta aveva ancora una sorta di primato di autorevolezza. Altro che braccio di ferro di Trump e Macron, con una sorta di nuovo patto di Ribbentrop e Molotov la reputazione dei ristoranti dipenderà in gran parte da cosa pubblicherà il Gufo. E pazienza se i ristoranti a 3 stelle risulteranno meno graditi di qualche kebab o paninoteca. Del resto la credibilità di Michelin si era già smarrita quando, a pagamento, aveva avviato sul suo sito online la promozione dei ristoranti. Attività che viene oggi ceduta a The Fork che ora può obbligare anche tutti i locali selezionati dalla Rossa, stellati o Big gourmand che siano, a pagare per essere offerti per le prenotazioni. Ma cosa succederà quando qualcuno di questi sarà pesantemente stroncato sul Gufo? La cosa più probabile sarà che questi commenti “magicamente” spariranno… alla faccia della libertà di espressione sulla rete. Provare per credere.

*direttore italiaatavola.net