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L'intervento

“Ormai il mondo del vino è sul filo del rasoio”

27 Aprile 2020
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di Daniele Cernilli, DoctorWine

Si naviga a vista. È anche comprensibile, visto che di certezze non se ne vedono proprio. C’è qualche timido dato positivo sull’evoluzione di questa dannata pandemia, ma il futuro si sta delineando estremamente incerto e molto preoccupante per tutti.

Il nostro mondo del vino è fermo in gran parte, non tanto per i lavori di campagna e per quelli in cantina. Ma per il commercio, tranne che per le aziende che distribuiscono in Grande Distribuzione, la situazione è pesantissima e quasi completamente bloccata. Tutto è collegato, se turismo, ristorazione, alberghi non riusciranno a riaprire in tempi ragionevoli è più che evidente che i problemi del settore saranno drammatici, e già in buona parte lo sono. Certo, c’è la vendita online, certo ci sono i supermercati, ma l’export è fermo, l’Horeca idem, e molti produttori non vendono una sola bottiglia e non stanno imbottigliando se non in piccola parte i vini dell’annata 2019, cercando di capire cosa fare quando ci sarà la vendemmia prossima.

Di fronte alla tragedia di tante vite perse può sembrare un problema minore, posso capirlo. Del resto qui ci occupiamo di vino e per non rischiare di far parte di un coro stonato che commenta e parla di tutto senza criterio, vorrei limitarmi al solo settore di nostra competenza. Ultimamente siamo sommersi ancora più del solito da comunicati stampa, da iniziative più o meno apprezzabili, da dichiarazioni da ogni parte. Di sicuro ancora non si vede una strategia comune e si va, troppo a mio sommesso parere, in ordine sparso. Si parla di distillazione di soccorso, ma a 30 centesimi il litro, una cifra insignificante e inaccettabile. Si parla di sblocco dei fondi europei dell’Ocm, destinandoli anche a iniziative in Italia e in Europa e non solo nei Paesi Extra Europei. Non si sa né come né quando però. E il tempo passa.

Poi ci sono proposte di differimento di pagamenti quando ristoranti e alberghi riapriranno, ma tutto è connesso a come potranno farlo e a che tipo di clientela ci sarà, nei modi e nei numeri. Forse si potrà andare ancora avanti per qualche tempo, qualche settimana, non molto di più. Poi basta, e a tutti quelli che per anni si sono riempiti la bocca con la parola “eccellenze” in ambito turistico ed enogastronomico mi piacerebbe chiedere se la cosa si limitava davvero soltanto a chiacchiere elettoralistiche e a vuota retorica. È urgente un vero tavolo di regia che possa prendere decisioni veloci e dare ossigeno a un settore che, come tanti altri, è sul filo del rasoio. Non ci vuole tanto a capirlo e il tempo stringe sempre di più.

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