“Io lunedì non aprirò. Così è la morte del nostro settore”.
Non usa mezzi termini lo chef siciliano Natale Giunta che ha scelto lunedì 18 maggio di tenere chiusi i suoi locali. Solo il negozietto di Palermo dedicato allo street food, in pieno centro storico, sarà aperto, “ma con personale più che dimezzato e turni ridottissimi”. La situazione è sotto gli occhi di tutti. Il suo ristorante Castello a Mare, non riaprirà i battenti. “Non c’è nessuna certezza – dice Giunta – Io non mi posso più permettere gli affitti, di pagare le bollette. Un’azienda si basa su numeri e fatturati. Qui stiamo parlando di un comparto, quello della ristorazione, che, a voler essere ottimisti, ha perso l’80 per cento del fatturato. I soldi che restano non bastano nemmeno a pagare i dipendenti. Allora meglio stare chiusi”. Per Giunta c’è un errore di fondo: “Raccontano che alla fine siamo stati chiusi per due mesi – dice – ma non è così. Qui stiamo perdendo un anno di lavoro. Turisti non ce ne sono e non ne arriveranno, la gente non ha soldi, figurarsi se viene a mangiare nei ristoranti. Una crisi che ha colpito tutti, dall’operaio all’avvocato. Chi ha la foza economica di andare avanti, lo farà. Ma la maggior parte di noi, fallirà. Le mie attività si basano sul fatturato della mia azienda principale, di circa 4 milioni di euro l’anno. Io ho già perso 1,7 milioni di euro per mancati eventi. E nei miei locali ho trovato pacchi di bollette scadute da pagare. Avevamo firmato contratti con i clienti, presi impegni con fornitori e dipendenti che non potremo mantenere”.
C.d.G.