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L'intervento

Massimo Bottura: “Noi siamo ripartiti esattamente con i volumi pre-chiusura”

28 Giugno 2021

“Oggi che siamo ripartiti credo che chi ha investito nel capitale umano ha investito nel futuro. I miei ristoranti sono ripartiti esattamente con i volumi che avevamo pre-chiusura, mentre chi era in difficoltà ora lo è maggiormente”.

E’ un fiume in piena Massimo Bottura, chef e imprenditore di Modena, intervistato da Sky Tg Live in Firenze insieme al direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt sul tema “La lezione della pandemia per cibo e arte. “Sono un uomo – ha detto ancora Bottura – nel cui futuro c’è sempre il futuro, non posso navigare a vista. Conta quello stiamo costruendo. Il lockdown ci ha regalato tempo, per noi stessi, per stare in famiglia e per riflettere e noi abbiamo il dovere di immaginare progetti e sognare per affrontare la crisi a 360 gradi. E dei cento piatti immaginati nel lockdown, una decina entrano nel nuovo menu, mentre abbiamo aperto il ristorante con Ferrari, e tra 20 giorni apriremo a Tokyo con Gucci”.

I turisti stranieri sono tornati, concordano Bottura e il direttore della celeberrima Galleria a Firenze, “ma non possiamo più avere sovra-turismo ma spargere i flussi nel territorio”. Da qui il programma “La terra degli Uffizi” per promuovere una comunicazione unificata artistica, paesaggistica e enogastronomica, facendo uscire dai depositi dei musei opere d’arte per farle tornare nei luoghi diffusi dove c’è produzione agroalimentare e buona cucina. Tra i buoni lasciti della pandemia, secondo il direttore della Galleria degli Uffizi, il tempo ritrovato: “Ora la gente si prende tempo, prima agli Uffizi venivano i velocisti in visita per 30 minuti. Ora i visitatori si fermano per tre, quattro ore, fanno sosta in caffetteria, e poi continuano a immergersi nell’arte. Bisogna far così agli Uffizi, e non un selfie e via”. Per Bottura “guardare un campo di grano vicino a un roseto rosso passione ti fa sembrare di essere in Paradiso. E Modena è campagna, auto veloci e cibo lento. Noi siamo piccole botteghe rinascimentali dove facciamo cultura e siamo ambasciatori della nostra agricoltura” ha concluso.

C.d.G.