Una chiacchierata con l’architetto milanese che in Sicilia, per la precisione a Modica in provincia di Ragusa, ha scelto insieme alla moglie di aprire un albergo diffuso. Tra ansie e preoccupazioni, obiettivi chiari per la ripresa dopo l’emergenza sanitaria
di Francesca Landolina
Difficile al momento ipotizzare come sarà la ripresa del settore turistico, uno dei settori tra i più massacrati dal lockdown contro il Codiv-19. Ci si interroga e si avanzano proposte, che spaziano da soluzioni per le misure di distanziamento al mare a quelle da eseguire al ristorante. E tra gli interrogativi, si aggira anche una preoccupazione sul futuro: il sospetto che, al momento della riapertura, la qualità dei servizi possa essere mortificata da una guerra dei prezzi al ribasso, pur di attirare clientela. A lanciare un appello contro la svendita, a tutela del valore del turismo dagli standard di qualità elevati, è Marco Giunta, l’architetto milanese che, innamorato di Modica in provincia di Ragusa, ha scelto, insieme alla moglie, di costruire nel paesino siciliano il suo esclusivo albergo diffuso, Casa Talìa, premiato lo scorso anno dal nostro giornale con il Best in Sicily come migliore B&B. “L’esperienza di viaggio cambierà e con essa abitudini e comportamenti del viaggiatore, ma la risposta dell’offerta turistica sia quella di mantenere standard qualitativi elevati”, afferma Giunta. Chi come lui ha puntato tutto sull’esclusività, come scelta, e sulla ricercatezza, tanto da star fuori anche da portali di prenotazione alberghiera come booking.com, qualche domanda sull’evoluzione del modello di esperienza turistica se la fa, soprattutto se consapevole del fatto che le frontiere nazionali resteranno chiuse ancora per un po’, forse tanto da non consentire una vera e propria ripresa del settore entro la stagione 2020.
Casa Talìa è il riflesso di una scelta di vita, un piccolo micro-mondo dentro Modica, collocato all’interno del Cartellone, il quartiere ebraico, e fatto di camere indipendenti e arredate nel rispetto della tradizione locale. Un luogo di totale relax in cui il concetto del lusso risiede soprattutto nella dimensione slow del tempo. Un luogo scelto principalmente da una clientela straniera. “Le prenotazioni dei turisti, soprattutto stranieri, sono cresciute con il passa parola – spiega Marco -. Non ho mai sentito la necessità di rendermi dipendente da Booking. Qui gli ospiti nel tempo sono diventati amici, e c’è chi ha poi investito a Modica e nei dintorni acquistando una casa. Sono state le relazioni a creare una domanda spontanea e costante”. Una realtà quella del B&B modicano tanto bella quanto lodevole, non a caso premiata dal nostro giornale a caccia di eccellenze da raccontare, ma che oggi vive, come tutto il settore, nell’incertezza. “I turisti non sanno ancora quando potranno tornare e nessuno sa come attrezzarsi – dice Marco – Ma nella fase di prenotazione avrà molto valore quel rapporto umano che le piccole strutture a conduzione familiare possono offrire. Ogni turista sentirà il bisogno di essere rassicurato, vorrà parlare e si dovrà instaurare un rapporto che permetta di adattare ogni singolo caso alle esigenze richieste. Un rapporto umano, che poi è proprio la parte più bella di un’esperienza in una struttura familiare”.
A Casa Talìa, ogni anno, il 90 per cento degli ospiti arriva dall’estero. “Se da un lato ciò è una risorsa, perché ti rende indipendente da logiche di prezzo, dall’altra adesso è uno svantaggio perché la clientela abituale non è locale”, afferma Giunta. E affiorano gli interrogativi sul da farsi, quando tutto potrà ripartire. “L’incertezza non permette di pianificare. Non sappiamo ancora se apriremo il 4 maggio. In questa fase sto cercando di immaginare gli scenari futuri e sto valutando se ha più senso rinunciare ad aprire, per questa stagione, e dedicarmi ai lavori di restauro e di crescita dei servizi. In questo momento, accetto prenotazioni con riserva. Ma deciderò cosa fare nei prossimi giorni. Non posso tenere la struttura aperta solo per una coppia. Devo garantire uno standard di qualità elevato. Se aprono le frontiere ad agosto, mi resterebbero i mesi di settembre e ottobre, e forse sarebbero più i costi che i guadagni. Se il 2020 si ridurrà per noi ad un lavoro di due mesi, forse vale la pena rinunciare all’apertura, agli incassi, ed investire sulla ristrutturazione? Si vedrà”.
Dubbi, quelli di Marco, che accomunano molti piccoli e grandi albergatori, anche se la voglia della ripartenza si fa sempre più viva. “L’ipotesi della chiusura è comunque presente ma sospesa, perché in realtà la voglia di tornare c’è e si fa sentire – afferma – Se contengono il virus e la gente comincia a muoversi, allora c’è voglia di rimettersi in pista. E il nostro territorio ha tanto da dare”. Marco parla del ragusano e di Modica, cresciuta moltissimo negli ultimi anni e dal suo arrivo in Sicilia, quando da milanese fu tra i primi a credervi e ad investire. “Quando ho aperto Casa Talìa – racconta – i servizi erano pari a zero, adesso quella ragusana è forse la provincia più preparata all’accoglienza turistica; i servizi migliorati, tanti i ristoranti, anche stellati, belle realtà vinicole attrezzate per l’enoturismo, ma c’è ancora tanto da fare. Pensiamo che sul Lago di Garda si contano 26 milioni di presenze turistiche, mentre la Sicilia ne conta 12 milioni”. Per fare decollare il turismo, secondo l’imprenditore, servono almeno tre cose: una chiara visione, disegnata sulle caratteristiche del luogo e sulla sua morfologia; maggiori servizi; cultura a tutti i livelli.
Adesso però occorre concentrare pensiero, forza ed energia sulla ripresa, dopo la fine del lockdown “Voglio essere ottimista. Sarà una ripresa particolare; andrà prima superata un’emotività interna e mi chiedo quanto potrà essere compromesso il calore siciliano. Per la cultura italiana, siciliana in particolare, il cambiamento è più sentito. Ho comunque fiducia ma sono convinto che l’anno della vera ripartenza sarà il 2021. Oggi bisogna pensare, riflettere su come ripartire. Ed investire. Lo farei proprio adesso”. Ed infine torna a lanciare il suo appello: “Spero che non si cominci con i saldi, ma che si riparta dallo stesso punto in cui tutto è stato interrotto, senza svilire la qualità. Senza svendere. Comprendo che il mercato cambierà e sarà fatta qualche scelta di maggiore elasticità, ma potrebbe essere focalizzata su bonus aggiuntivi destinati ai servizi, non sui prezzi. C’è una fascia media di B&B e di piccole imprese familiari di alto profilo che ne risentirebbe troppo. Qui a Modica il 90 per cento delle realtà sono strutture con due o più camere – spiega -. Non manchi mai la consapevolezza di ciò che il territorio può offrire. È ora di puntare ancora di più sulla qualità. Meno concorrenza sui prezzi e più servizi. Oppure il pericolo sarà quello di abbassare il livello dei servizi per avvicinare la clientela, a tutti i costi”.
E per concludere, una riflessione sul modo di comunicare in futuro: “Forse bisognerà puntare di più sulla narrazione, sul racconto delle proprie peculiarità e rassicurare l’ospite sulla sicurezza del soggiorno, ma senza snaturare l’idea del sogno della vacanza in Sicilia, da condurre in serenità, abbandonando ogni preoccupazione”.