(Domenico Zonin, presidente Uiv)
“Se dopo il 2020 le misure di sostegno per il vino a livello europeo non verranno rinnovate il nostro Paese rischia di perdere 700 milioni di euro l’anno di investimenti per questo settore che rimane trainante per l’agroalimentare e per il made in Italy nel mondo”.
L’allarme è stato lanciato da Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, al termine della prima giornata di lavori di Wine2Wine in corso a Verona. Dopo la buona notizia riportata qualche giorno fa all’indomani dell’incontro dell’Unione Italiana Vini con il cabinet di Hogan relativa alla proroga per il biennio 2019/2020 dei fondi per il piano Nazionale di sostegno (pari a 340 milioni di euro/anno complessivi ripartiti tra le cinque misure: promozione, ristrutturazione vigneti, investimenti, assicurazioni e vendemmia verde), Zonin ha rilanciato l’urgente necessità di “organizzare un’azione di pressione forte e compatta, sia come sistema Italia sia a livello di filiera europea, verso la Commissione perché questo fondamentale strumento di supporto allo sviluppo della vitivinicoltura italiana ed europea venga mantenuto e rifinanziato”.
Il pericolo è doppio: “Finanziario da un lato, cioè la diminuzione delle risorse generali a sostegno dell’agricoltura con la rimodulazione della Pac in una Europa a 28 paesi, e politico dall’altra, rappresentato dal rischio di perdere la specificità delle norme dedicate al vino ancora oggi presenti nella Ocm unica”. Un rischio reale perché in fondo il vino è un settore produttivo che interessa solo cinque dei 28 Stati membri (Italia Francia Spagna Portogallo e Germania).
“Uniformare agli altri comparti dell’agricoltura la normativa tecnica e le politiche di sostegno che il vino si è gradualmente costruito in molti anni di politica comunitaria avrebbe conseguenze devastanti per la vitivinicoltura italiana ed europea – ha proseguito il presidente di Unione Italiana Vini – soprattutto di fronte a una competizione globale che si fa sempre più agguerrita.
Per l’Italia si tradurrebbe in una perdita secca annua di circa 700 milioni di euro di investimenti nella vitivinicoltura generati dai 340 milioni annui del piano Nazionale di sostegno che, co-finanziati per pari importo dalle imprese nelle varie misure, si sono tradotti in questi anni in 200 milioni/anno di attività promozionali, quasi 300 milioni di investimenti in rinnovamento e ristrutturazione vigneti, ed il resto nelle altre misure investimenti, assicurazione e vendemmia verde. Risorse che – ricorda ancora Zonin – hanno permesso tra l’altro di ristrutturare dal 2009 al 2014 circa 75.000 ha di vigneto pari all’11% della superficie vitata totale, aiutandoci a riconvertire la struttura produttiva del vigneto italiano verso le richieste del mercato globale, e di aumentare considerevolmente il valore delle nostre esportazioni passate da 3,9 mld nel 2010 ai 5,5 mld previsti per quest’anno”.