di Daniele Cernilli, DoctorWine
Mai come ora l’incertezza, le angosce di molta gente soprattutto nel nostro mondo, la luce che s’intravede in fondo al tunnel ma che non è ancora tanto vicina, dominano la scena della fine di questo terribile 2020.
Turismo, ristorazione, aziende che organizzano eventi e fiere, produttori di vino e di alimenti di qualità, rappresentano delle categorie colpite in modo pesantissimo da quanto sta accadendo e che in molti casi, per un’endemica sottovalutazione di questo settore, non sanno cosa aspettarsi e come sarà, se ci sarà, il futuro. Tutto questo sembra non riguardare più di tanto tutti coloro che in vari ruoli politici e in pressoché tutti i partiti si sono riempiti per anni la bocca di “eccellenze italiane” riferendosi all’agroalimentare e al settore del turismo, tranne poi dimenticarsi di tutto quando si è trattato di trovare efficaci e veloci “ristori” per tutto quel settore, fatto spesso di piccole e medie imprese, di gestioni familiari, di sacrifici e di autosfruttamento.
Cosa augurarsi perciò per l’anno che verrà? La prima cosa è che si trovi il modo per vaccinare velocemente il maggior numero di persone possibile. Rendendo più sicuro il mondo e provando a ripartire con le proprie forze, perché ho l’impressione che dovremo contare essenzialmente su quelle. Sono belle parole, certo, poi bisogna vedere come si potrà fare, che è un altro paio di maniche. È peraltro di un’evidenza sconcertante che se non si potrà ricominciare a viaggiare, a muoversi, a incontrarsi, sarà ben difficile far ripartire turismo e ristorazione, e di conseguenza tutti quei consumi alimentari che con effetto domino stanno crollando uno dietro l’altro. Il mondo del vino ha retto nel complesso un po’ meglio perché il vino viaggia e può essere spedito, esportato, acquistato. Ma se il mondo dell’Horeca, in Italia e all’estero, non dovesse riprendersi alla svelta i problemi saranno drammatici, e già per molti lo sono, visto che per i piccoli produttori si parla di flessioni pesantissime e di molto vino rimasto invenduto.
Proprio quel vino che faceva parte delle “eccellenze” come pomposamente erano definite da parecchi rappresentanti della nostra classe politica, attenta agli schieramenti e alle polemiche e molto ma molto meno concreta quando si tratta di sostenere chi, non per sua colpa, si trova in guai seri. Cerchiamo di tirarci su, e proprio di questo faccio i miei auguri a tutti voi.