di Michele Pizzillo
“Siamo convinti che il turismo della ripartenza sarà quello di prossimità: sostenibile, accessibile e all’aria aperta”.
Questo dicono i vignaioli lombardi attrezzati per accogliere turisti in cantina. Tant’è che uno dei fondatori del Movimento Turismo del Vino, Carlo Pietrasanta, nel sintetizzare il risultato del sondaggio condotto nelle scorse settimane tra le cantine lombarde aderenti al Movimento, può affermare che la totalità degli intervistati concorda nel ritenere l’Enoturismo un’attività economica strategica per contrastare il drastico calo nella vendita e distribuzione del vino. E, con i problemi sanitari ancora presenti e condizionanti sia della vita sociale sia delle attività produttive e commerciali, un turismo di prossimità ed economicamente sostenibile, che consente esperienze della durata di mezza giornata, una giornata, un week-end oltretutto da praticare anche all’aperto, può rappresentare una sorta di salvezza per il mondo del vino. Anche perché è un turismo integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali, è rispettoso dell’ambiente, si praticherà sempre più anche con le e-bike, a mobilità sostenibile e sempre più praticato dagli appassionati di vino e cibo italiani e dalle nuove generazioni, tant’è vero che l’Italia era diventata la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo, secondo la ricerca di “Food Travel Monitor 2020 – World Food Travel Association”.
D’altronde, dice Magda Antonioli, docente nell’Università Bocconi di e vice presidente di Enit (Agenzia Nazionale del Turismo): “Il vino e i prodotti di qualità certificata (Dop, Doc e Docg) sono fondamentali per il turismo enogastronomico che, a livello internazionale, è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il turismo enogastronomico e l’enoturismo sono la sintesi tra produzione e territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabile promuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”. In Italia, pur essendo di tradizione antica, l’Enoturismo è riconosciuto per legge solo dal 2019, con il Decreto Attuativo dell’allora Mipaaft (Ministero dell’agricoltura e del turismo), che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. Secondo il nostro osservatorio, dice Francesco Moneta di The Round Table, agenzia specializzata anche nella comunicazione del vino, del cibo e dei loro territori, “i produttori e i Consorzi di tutela del vino e gli operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive, e il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative. Così, abbiamo dato vita alla piattaforma “Il Nuovo Enoturismo”, trovando subito la condivisione di Carlo Pietrasanta, che ha lavorato a questa legge per anni. Uno strumento che ha lo scopo di affiancare produttori, Consorzi di tutela ed Enti di promozione territoriale nell’applicare bene e in tempi rapidi le determinazioni del Decreto e la loro attualizzazione, sia con strumenti formativi che con soluzioni comunicative”.
Il Nuovo Enoturismo non ha perso tempo e, forse, ha anticipato i tempi, avviando un ciclo di Webinar sul tema “Il nuovo enotirismo: istruzioni per l’uso”, con il coinvolgimento di esperti di diverse tematiche, dallo scenario italiano e internazionale ai nuovi trend dell’enoturismo; dall’attenzione alla sicurezza in chiave Covid-19 alle procedure amministrative e all’ospitalità in vigna e in cantina, fino alle connessioni con il territorio. Quindi la comunicazione con attenzione ai diversi strumenti off e on line, la promozione e vendita dell’esperienza enoturistica in network con i tour operator, l’integrazione con l’e-commerce. Previste case-historie e testimonianze dirette di chi già sta lavorando con successo all’enoturismo come asset strategico della propria cantina. Anche perché, aggiunge Pietrasanta “Abbiamo verificato che, se prima del Covid-19 solo un 30% degli aderenti al Movimento del turismo del vino era dotato di un sistema e-commerce, dalla fine di aprile la percentuale è in costante salita. E, così, la maggioranza dei produttori intervistati che punteranno anche sull’enoturismo, vogliono conoscere informazioni di contesto, le indicazioni della legge e soprattutto come gestirne la comunicazione, in particolare nel web.
I primi 3 Webinar interessano i territori del Friuli Venezia Giulia; della Lombardia con il coinvolgimento di UnionCamere Lombardia. Seguirà il Piemonte per i produttori del Consorzio Tutela del Gavi e degli operatori dell’accoglienza del territorio, nell’ambito del Progetto “Destinazione Gavi”. Per il collegamento basta cliccare su questo link. Intanto Il Corriere Vinicolo, settimanale dell’Unione Italiana Vini, al “Il Nuovo Enoturismo”, sta dedicando un vero e proprio giornale nel giornale – “Wine in Tour” – per approfondire tutti gli aspetti di questo asset economico importante per molte aziende, non solo vinicole, del nostro Paese. Un asset economico che secondo il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2020” è trainato dai millennials (i nati tra il 1981 e il 1996).Nel “prossimo domani” i turisti a cui riferirsi saranno la generazione Z, i ‘superfoodie’ nati dopo il 1997, fortemente interessati alla vacanza enogastronomica come esperienza unica e memorabile. Da sottolineare, poi, che se prima la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, con il covid-19 sarà sempre di più anche in vigna dove ci sono naturalmente gli spazi per il distanziamento. E, quindi, l’edutainment – con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio – è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica: un’esperienza semplice ed empatica, ludica ed educativa, sostenibile.