Ciccio Sultano, lo chef bistellato de Il Duomo di Ragusa, si sa, non le manda certo a dire.
Dopo la sua affermazione sulla terza tella (leggi questo articolo>) che fece il giro del web e dei giornali, oggi entra a gamba tesa sulla questione grasso dei cibi. Che, com’è noto, è spesso demonizzato da chef più o meno celebri. Invece Sultano, scrive quasi un elogio al grasso, presentando un suo nuovo piatto, da oggi in menu al suo ristorante: il “Maialino dei Nebrodi a modo mio”. Il maialino viene cucinato con il suo grasso, “che è grasso buono, con un basso indice di colesterolo”, spiega lo chef. Si tratta di un maialino “da corsa” che vive nei boschi. “Ma ci tengo a dire che il grasso di certi cibi non è reato – spiega Sultno – Basta gustarlo con giudizio. Fa parte del boccone, è il boccone. Perché criminalizzarlo, mentre ne assumiamo molto di più in forme invisibili”?
(Il maialino nero dei Nebrodi secondo Ciccio Sultano)
Qualche tempo fa lo chef aveva creato un altro piatto-provocazione: “Si chiamava “Mangiami fino all’osso” per invogliare le persone a mangiare la carne intorno all’osso che è la migliore”. Per preparare il maialino nero dei Nebrodi, si caramellano le nocciole dell’Etna e si cuociono al forno dei piccoli loti confit. La pancetta viene passata sempre al forno, cotta lentamente e leggermente affumicata. Si guarnisce con della crema di castagne e si aggiunge del tartufo nero pregiato.
C.d.G.