(Sandro Boscaini)
Un appello, un messaggio chiaro e preciso. Sandro Boscaini, presidente di Federvini e patron della cantina veneta Masi (quotata in Borsa) si rivolge direttamente al ministro Maurizio Martina. “Non cambiate il decreto dell’Ocm vino sulla promozione nei Paesi terzi”.
Il nuovo decreto dovrebbe prevedere delle modifiche che non sarebbero proprio gradite a buona parte del mondo del vino. E scende in campo proprio Boscaini: “Abbiamo dubbi e perplessità su alcune modifiche che il ministero si appresterebbe ad apportare e che riguardano i requisiti di accesso ai fondi”.
Ogni anno, vengono distribuiti per i progetti di promozione Ocm vino nei Paesi terzi poco più di 100 milioni. “Una cifra importante e di cui il mondo del vino ha bisogno”, dice Boscaini. E questi 100 milioni raddoppiano con i progetti di promozione, visto che ogni azienda di solito interviene nella misura del 50 per cento in rapporto ai soldi ottenuti. Ogni azione promozionale infatti è sostenuta al 50 per cento in caso di privati e all'80 per cento in caso di consorzi di tutela.
Ma sul nuovo decreto, che dovrebbe uscire nelle prossime settimane, i dubbi riguardano più di un aspetto tra cui le modalità di accesso ai fondi che secondo Boscaini “non terrebbero conto delle precedenti campagne e di chi ha lavorato bene”. E Boscaini l’ha scritto in una lettera che è stata inviata all’inizio di quest’anno proprio al ministro Martina. “La promozione nei Paesi terzi non è solo uno spot dei vini di una determinata azienda – dice Boscaini -, ma è anche una sponsorizzazione dei territori, dell’Italia in generale. Quindi, secondo noi, bisognerebbe premiare chi ha già fatto progetti che sono andati a buon fine”. Nel nuovo decreto infatti sarebbe prevista una certa premialità per chi presenta progetti per la prima volta a scapito di chi invece da tempo ricorre a queste opportunità. “Riteniamo senza presunzione che i protagonisti del vino italiano abbiano sempre fatto ricorso ai fondi per la promozione nei Paesi terzi. Perchè prevedere premialità per chi non ha mai partecipato? Se non si sono fatti vivi negli anni passati forse non ne avevano bisogno oppure non erano interessati”, aggiunge Boscaini.
Altra perplessità riguarda la diminuzione della spesa minima di progetto ammissibile: da 100 mila euro, infatti, si passerebbe a 50 mila euro. “Questo vuol dire dare spazio anche a progetti che non hanno senso – spiega Boscaini – che denaturalizzano il senso dell’Ocm. Cosa facciamo? Ricorriamo all'Unione europea, smuoviamo mare e monti per pagare qualche biglietto aereo e basta?”.
Insomma Boscaini, e quindi Federvini, chiedono che il decreto non venga stravolto. E c'e un'altra lamentela. Quella sui tempi di pubblicazione del decreto. “Troppo tardi. Francia e Spagna, Paesi nostri competitor già a settembre dell'anno precedente all'avvio della campagna promozionale fissano regole e pubblicano i decreti consentendo una programmazione oculata. Da noi il decreto che pianifica tutto arriva di solito a giugno, cioè tre mesi prima dell'avvio della campagna – dice Boscaini – e così non ha senso, visto che c’è poco tempo per progettare bene. E il mondo del vino italiano, che ha bisogno di emergere all’estero rischia di fare le cose male”. L'appello di Boscaini arriva alla vigilia di un'importantissima conferenza Stato-Regioni convocati a Roma per domani 24 marzo dalla quale potrebbero venire fuori decisioni sul ruolino di marcia del decreto per la campagna 2016/2017. E Boscaini si augura che questa nuova campagna possa essere un successo. Senza perdere un solito centesimo dei soldi che vengono stanziati. Mentre, in media, a causa delle Regioni che non riescono a programmare bene, circa 15/18 milioni di euro all'anno vengono riutilizzati su altre misure a discapito della promozione. “Un danno enorme”, conclude il presidente di Federvini.
G.V.