Da sinistra Pietro Di Giovanni, Giuseppe Messina, Salvatore La Lumia, Giuseppe Mannino
Quali confini e opportunità per la Doc Etna?
Questo fine settimana il fitto programma della tradizionale manifestazione EnoEtna organizzata dal piccolo comune di Santa Venerina si è arricchito di una tavola rotonda che ha posto annose questioni difficili da dipanare. Alle pendici del vulcano più emblematico e attivo del mondo, divenuto di recente patrimonio dell’umanità, produttori e operatori si sono confrontati sullo stato attuale dell’arte.
Alla Casa del Vendemmiatore si svolto un focus attento su turismo, produzione e un territorio vitato in continua espansione. Ecco alcuni numeri: 80 aziende imbottigliatrici (dieci anni fa erano 5) mentre la superficie della Doc Etna è passata da 378 a 645 ettari. Al punto che secondo Giuseppe Mannino, Presidente del Consorzio Doc Etna, sarebbe bene riflettere rispetto alla questione della chiusura: “Altre Doc l’hanno fatto e sarebbe un segnale fortissimo da parte nostra. Stiamo acquisendo informazioni anche grazie al sostegno dell’Irvos. Siamo consapevoli che qualche decisione in futuro dovrà essere presa anche per tutelare chi ha investito, ma d’altro canto non si può chiedere di fermarsi a chi ha un mercato in espansione. Sarà, comunque, una decisione condivisa”. Non ci può essere produzione però senza un legame forte con il territorio. Da questo punto di vista secondo Salvatore La Lumia, Presidente del turismo del vino di Sicilia bisogna integrare l’offerta attraverso la programmazione e l’organizzazione visto che il territorio dell’Etna ha tante carte da giocare.
Dello stesso avviso anche il vice coordinatore regionale delle Città del Vino e sindaco di Milo, Giuseppe Messina e la Strada del Vino dell’Etna, i cui associati, come ha evidenziato il presidente Giovanni
Scilio, sono aumentati dopo che sono stati offerti loro concreti e utili servizi. “Oggi l’ingresso al territorio” ha affermato “avviene attraverso le tecnologie di comunicazione, che infatti stiamo potenziando”. Un potenziamento che deve passare necessariamente dalle infrastrutture e dal rispetto del paesaggio: “Il nostro – rileva il sindaco di Santa Venerina, Salvatore Greco – è un territorio segnato dal vino, basti pensare alle strade costruite per trasportarlo o ai terrazzamenti per le vigne. Ma finché apprendiamo di trovarci sulla strada del vino dell’Etna dai cartelli segnaletici e non dalle evidenze del paesaggio, significa che non siamo pronti”. Anche perquesto – rilancia Greco – EnoEtna si propone come «momento di riflessione comune e punto d’incontro del territorio per parlare di vino, dei problemi della produzione, delle prospettive del settore».
Rosa Russo