Il Piemonte del vino che fa sistema funziona.
Lo dicono i numeri presentati all'assemblea annuale dell'associazione Made in Piedmont. Oggi riunisce 65 aziende produttrici nei territori Doc e Docg. Nata nel 2010 con lo scopo di promuovere nel mondo la grande qualità dei vini piemontesi e del territorio dal quale questi hanno origine.
Il bilancio di questo primo triennio di attività è positivo: complessivamente, tra i contributi attivati dal bando Ocm Vino per la promozione sui mercati dei Paesi terzi e dal bando Misura 133 PSR della Regione Piemonte per le attività di informazione e promozione ,si è raggiunto l’ammontare di poco più di 3 milioni di euro di contributi a fronte di una spesa totale di quasi 6 milioni, serviti per organizzare 500 missioni commerciali all’estero, per partecipare a 114 fiere internazionali e per realizzare 278 incoming dall’estero in Italia.
Il segno più lo porta anche la produzione complessiva dei vini a denominazione: in tre anni si è passati da 4.771.461 bottiglie prodotte nel 2009 a 7.916.894 bottiglie nel 2011, con un incremento del 65,92%. Quella relativa alla Docg addirittura sarebbe raddoppiata. Cifre interessanti riguardano anche il fatturato del gruppo e la relativa percentuale di export: più di 55 milioni di europer un incremento di 13 milioni euro (+31,56%), con una percentuale di export del 57,80%.
Gianni Gagliardo
“Tutti questi dati testimoniano l’utilità di queste misure – afferma il presidente dell’Associazione Made in Piedmont, Gianni Gagliardo, riconfermato alla guida del Consiglio di Amministrazione –. All’epoca della costituzione dell’Associazione non si conosceva con certezza quali fossero le reali probabilità di successo e i possibili risultati: concluso il primo ciclo triennale dell’erogazione dei fondi a sostegno della promozione dei vini presso i mercati Cee ed extra Cee, è ora possibile stilare un primo bilancio, estremamente positivo, relativo a questo importante strumento cui le aziende hanno accesso. Abbiamo dimostrato che questa è la strada giusta per fare promozione, unendo gli sforzi di pubblico e privato. Doveroso, quindi, è il ringraziamento alla Regione Piemonte, assieme alla quale contiamo di riuscire a dare continuità e sviluppo a questa formula di successo”.
Nel corso dell’assemblea si è anche analizzata la situazione lavorativa complessiva delle aziende del gruppo, che offrono circa 500 posti di lavoro, senza contare l’apporto delle cooperative agricole.
“Il 18% dei nostri lavoratori è occupato in ufficio, il 23% in cantina e il 59% nei vigneti – continua Gagliardo –. Analizzando la nazionalità dei nostri lavoratori, una riflessione merita il fatto che il 75% degli occupati in agricoltura sono stranieri, senza contare i lavoratori stagionali che prestano servizio attraverso le cooperative, quasi tutti stranieri. La percentuale di stranieri scende al 40% per gli occupati in cantina, e all’1% per quelli in ufficio, ma resta significativo il dato complessivo. È un peccato che i nostri giovani rifiutino questi mestieri, perdendone la memoria e la pratica. Guadagna terreno la manodopera straniera, più disponibile e ancora attenta ai mestieri della tradizione”.
Le azioni intraprese dall'Associazione hanno portato infine ad un significativo aumento dell’enoturismo. Alla luce di questo trend è nato un progetto basato sull’attivazione di sei web cam sul territorio, sempre allo scopo di fare promozione e creare attenzione sfruttando le più moderne tecnologie.
C.d.G.