We love Parmigiano Reggiano.
In questi giorni, dopo la terribile scossa di terremoto che ha piegato l’Emilia Romagna, non c’è solo il tragico bilancio di morti, di migliaia di sfollati e di monumenti crollati. C’è un’intera economia messa in ginocchio, soprattutto agricola. E l’Emilia Romagna è anche la regione dove si producono tante cose buone. Ma anche il più importante formaggio italiano, anzi per noi e senza offesa per nessuno, il migliore al mondo. Il terremoto di domenica notte ha fatto crollare cascine, luoghi di stoccaggio, caseifici dove erano conservate migliaia e migliaia di forme di Parmigiano.
Molte andranno perdute per sempre, di altre se andrà bene si potrà ottenere formaggio da grattugiare. E molti produttori sono in ginocchio. Giustamente e con grande tempestività Carlo Petrini, il presidente internazionale di Slow Food lancia l’allarme oggi dalle colonne di Repubblica. Petrini è preoccupato perché i danni sono ingenti e risollevarsi non sarà facile. Personalmente posso fare due piccole cose: un atto d’amore pubblico verso il formaggio che amo di più in assoluto e poi un appello a tutti (lo rivolgo anche a me stesso) i caciodipendenti: mangiare Parmigiano tutte le volte che sarà possibile per i prossimi tre mesi. A costo di sacrificare altre leccornie casearie. A costo di rinunciare ad assaggiare altri gioielli gastronomici. E poi lo sanno tutti che il Parmigiano fa bene, è prodotto con latte scremato e questa caratteristica lo fa diventare uno scrigno di proteine importanti al nostro organismo senza quella percentuale di grassi che oggi molti temono. Ma quest’articolo non lo scriviamo per salutismo ma per stare al fianco di un territorio italiano che il mondo intero ci invidia, in un momento in cui un po’ di solidarietà, immaginiamo, non guasti. Io sono orgoglioso di essere italiano anche grazie al Parmigiano Reggiano.
I love it.
*ph: Consorzio Parmigiano Reggiano
F.C.