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L'allarme

Inghilterra, in crisi le curry house

09 Gennaio 2012
tandoori-curryhouse tandoori-curryhouse

In Inghilterra le curry house sono in crisi.

La cucina indiana, che nel Paese vanta un valore nel mercato di circa 3,6 miliardi di sterline e darebbe lavoro a 80 mila persone, soffre la recessione, di una maggiore competizione da parte dei ristoranti etnici e forse anche dei gusti che cambiano. Avrebbe infatti perso il suo antico ‘spleen’ a favore di più moderni sapori. A incidere sul momento nero vissuto dall’arte culinaria a base di curry ci si mette pure il Governo. “È un momento davvero difficile – ha detto al Guardian Enam Ali, proprietario di Spice Business -. In particolare a causa del giro di vite voluto dal Governo sui visti: ora solo il 5% degli chef asiatici, che per legge devono guadagnare almeno 28 mila sterline all’anno, potranno entrare nel Regno Unito”.

Ingaggiare un vero cuoco sarà dunque sempre più difficile e molto caro. In ballo la sorte di diecimila ristoranti, i quali, in prevalenza, rientrano nella casella impresa a conduzione famigliare e quindi sarebbero particolarmente sensibili in caso di crollo brusco dei consumi. Per i piatti delle curry house l’unica strada sarebbe un cambiamento nella ricetta per potere trovare una nuova fascia di consumatori. Mentre a livello di alta ristorazione, dove l’offerta sarebbe sempre più ampia, non basterebbe più servire il classico pollo tandoori. In prevalenza, nella casella impresa a conduzione famigliare sarebbero particolarmente sensibili in caso di crollo brusco dei consumi.

Rischiano quindi di crollare delle istituzioni gastronomiche che ricordano agli inglesi i fasti del colonialismo, come il chicken tikka masala, ad esempio, un tipo di curry inventato nel Regno Unito e che figura nella lista dei piatti nazionali di sua maestà, o come le pietanze dei maharaja che hanno accompagnato passaggi cruciali della politica britannica. Si ricorda l’incontro dei cospiratori laburisti al Bilash di Wolverhampton, soprannominato dai giornali il ‘curry house plot’, che forzò Tony Blair a dare addio a Downing Street entro 12 mesi.

C.d.G.