Scende la superficie vitata, cala la produzione, bassi i rendimenti economici. Anche le Doc in Sicilia non decollano, secondo le analisi di Marco Baccaglio
Scende la superficie vitata, cala la produzione, bassi i rendimenti economici. Sono alcuni dati sul mondo enologico siciliano, affatto confortanti, che è possibile leggere sul blog “I numeri del vino”, di Marco Baccaglio (nella foto), analista finanziario con la passione per il vino.
Dati che si riferiscono alle ultime statistiche fornite dall’Istat. Si parte intanto dalla superficie vitata che da 111 mila ettari del 2008 è scesa a 107 mila nel 2010. “In realtà – commenta Baccaglio – la superficie vitata siciliana non è mai salita ma probabilmente ha accentuato il ritmo di discesa proprio nel 2010 con gli espianti”. Un calo concentrato a Trapani e Palermo. Anche la produzione vinicola, di conseguenza, scende. Un calo dell’otto per cento. Registrato soprattutto ad Agrigento nonostante le maggiori superfici vitate. Paradossalmente cresce quella nel Palermitano. Ma tra i dati pubblicati uno fa molto pensare. Quello sulla Doc. I vini Doc infatti non decollano in Sicilia. La produzione resta marginale e addirittura scende a circa il tre per cento del totale nel 2010 dal quattro per cento circa del passato. Stanno invece prendendo piede i vini Igt che balzano al 42 per cento della produzione rispetto al 28 per cento del 2009. “Di conseguenza, – spiega Baccaglio – sia i vini da tavola che i mosti hanno nel 2010 il peso più basso degli ultimi anni. La produzione per colore continua a mostrare una prevalenza dei vini bianchi che coprono il 53 per cento della produzione totale. La riduzione dei mosti rende il confronto meno chiaro, nel senso che anche i vini rossi aumentano il loro peso dal 30 per cento al 33 per cento del prodotto totale. In realtà non ci sono significative differenze rispetto al passato”.
Conclusione? L’economia del vino in Sicilia va peggio della media nazionale. Secondo Istat il valore della produzione viticola ai prezzi di origine è stata stabile a 300 milioni di euro nel 2010 ma in prospettiva storica mostra un calo del cinque per cento annuo.
Sandra Pizzurro