Ricerca, agricoltura, cosmesi: tre filiere molto significative riunite in un progetto sperimentale ideato dall’Istituto nazionale di ricerca ‘Lazzaro Spallanzani’ in collaborazione con l’Azienda Vitivinicola Biologica Barone Pizzini, finanziato dalla Regione Lombardia.
Il progetto ha come obiettivo la valorizzazione dei sottoprodotti derivati dal settore agricolo per la ricerca e lo sviluppo di fitocomplessi innovativi da impiegare nell’ambito della filiera cosmetica utilizzando, in questo caso specifico, i sottoprodotti della filiera vitivinicola (vinacce, raspi e foglie di vite), dai quali verrà estratto grazie ad un sistema veloce e innovativo capace di mantenere l’attività biologica dei principi attivi riducendo al minimo l’utilizzo di solventi, un pool di fitocomplessi ad alto valore nutraceutico per l’epidermide.
“Il consenso istituzionale nei confronti di questo progetto conferma la bontà delle azioni messe in campo insieme al Polo Tecnologico della Cosmesi di Crema per dare vita alla prima filiera agrocosmetica green a km zero in Italia – commenta Ettore Prandini, presidente dell’Istituto nazionale di ricerca Lazzaro Spallanzani -. Coniugando, attraverso la ricerca e con approcci tecnico-scientifici innovativi, due settori come agricoltura e cosmesi, le due filiere potranno incrementare la rispettiva competitività sul mercato facendo della sostenibilità un fattore prioritario di gradimento nei confronti dei consumatori”.
“Il progetto – spiega Ettore Prandini – risponde da un lato ad una crescente richiesta di rimedi naturali per la cura ed il benessere della persona con una sempre maggior attenzione da parte del consumatore ai temi della sicurezza, della derivazione naturale delle materie prime del prodotto finito e della sostenibilità ambientale della filiera produttiva; dall’altro, al forte interesse che le aziende del settore della cosmesi dimostrano nell’utilizzo di sottoprodotti delle filiere agricole per la produzione di sostanze ad alto valore aggiunto come principi attivi e fitocomplessi ad azione biologica”.
“La realtà aziendale di Barone Pizzini – aggiunge Ettore Prandini – è per noi di particolare interesse, oltre che per la riconosciuta serietà, anche per l’impiego dei metodi biologici in viticoltura, l’attenzione rivolta alla crescita naturale dei vigneti e la propensione verso l’innovazione ecosostenibile. Un partner ideale con cui condividere questo percorso progettuale”.
“L’utilizzo virtuoso di sottoprodotti agricoli – conclude Silvano Brescianini, Direttore di Barone Pizzini – è una pratica in perfetta coerenza con la nostra filosofia aziendale che va a definire un nuovo modello di sviluppo rispettoso delle risorse naturali e della necessità sempre più contingente di fare uso di pratiche di risparmio, riciclo e riutilizzo secondo il principio “rifiuti zero”, mettendo in moto nuove attività di raccolta e di creazione di filiere del ciclo dei prodotti. Siamo lusingati che l’Istituto Spallanzani abbia scelto di condividere con noi questa interessante esperienza”.
C.d.G.