Identità, legame con il territorio e unicità dei processi produttivi al servizio del comparto agroalimentare. E sono quegli acronimi quali Dop, Igp e Stg ad esprimere contenuto e sostanza: l’eccellenza dei saperi e dei sapori italiani.
A loro si deve oggi l'attuale posizionamento dell’Italia sul mercato internazionale, che assume la leadership.
Ciò è confermano dai più recenti studi condotti dall’Istat (“I prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg”, anno 2012) che vedono il Bel Paese in prima linea in Europa per numero di prodotti agroalimentari certificati: 239 tra Dop, Igp e Stg riconosciuti fino al 31 dicembre del 2011, 20 in più rispetto al 2010.
Di questi, 149 i prodotti che vantano la certificazione Dop, 88 l’Igp e 2 la Stg. Se le prime due sono legate a doppio filo con il territorio, le certificazioni ambasciatrici della “Specialità Tradizionale Garantita” si ergono a portavoce dell’identità tradizionale, delle usanze e dei saperi che, mescolate con il sapore, danno vita a produzioni uniche per la loro composizione tradizionale, per le peculiarità della ricetta o per il metodo di produzione. In due parole “mozzarella” e “pizza”. Questi i prodotti Stg italiani.
A trainare il mercato della qualità certificata, primeggiano il settore ortofrutticolo e dei cereali (94 prodotti), dei formaggi (43), quello dell’olio extravergine di oliva (42) e delle preparazioni a base di carne (36). Artefici di tale eccellenza, oltre alla madre terra, sono gli operatori: più di 84 mila in Italia, che ogni giorno si impegnano per garantire e tutelare i prodotti del territorio. A livello territoriale, il Nord Italia vanta una più rilevante concentrazione di produttori (38,5 mila), ma è il Mezzogiorno a mostrare segnali di crescita rispetto al 2010: con 25,3 mila produttori nel 2011, infatti, l’incremento è del +4,1%, contrastando il calo del -5% registrato al Nord.
Approfondendo ancora di più l’analisi, capofila di questo circolo virtuoso è la Sardegna che dispone di una forza motrice che non ha eguali: oltre 15,5 mila produttori impegnati nelle produzioni certificate, pari al 18,5% del totale nazionale. Segue la Toscana (14,2 mila produttori, pari al 16,9% del totale) ed il Trentino Alto Adige (12,3 mila produttori, 14,7% del totale). Buoni anche i risultati del Lazio, della Sicilia e del Piemonte che contano circa 3 mila operatori del settore, pari al 3,6% del totale nazionale.
Il valore intrinseco delle aziende che producono prodotti biologici, Dop e Igp ricade anche sulla cura del territorio, dell’ambiente e della biodiversità delle produzioni, come sottolineato anche dal 6° Censimento dell’agricoltura (Istat 2012), focus realizzato sulle aziende agricole biologiche e non solo. I prodotti certificati rappresentano una componente importante della produzione agroalimentare nazionale italiana, in quanto ingredienti indispensabili per la competitività su un mercato sempre più attaccato dalle incursioni delle produzioni che prediligono il prezzo alla qualità.
Lucrezia Balducci