Ha, se associato ad una corretta alimentazione, proprietà antitumorali e cardiovascolari
(Arian Frascheri, Vincenzo Fazio e Giuseppe Carruba)
Il vino rosso siciliano contiene proprietà antitumorali e cardiovascolari che ne fanno un vero toccasana per la salute.
Lo dimostrano studi clinici che hanno analizzato le caratteristiche dei vitigni autoctoni siciliani a bacca rossa, in particolare il Perricone, dimostrando come questi contengano una quantità di stilbeni, composti fondamentali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e tumorali, superiore a quella contenuta normalmente nelle altre varietà di uve. Di questo si è parlato martedì al Vinitaly nell’Area Business del Padiglione Sicilia, durante il Convegno “Vino, Salute e Stili di Vita”,organizzato dalla Strada del Vino Erice Doc in partnership con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Assovini Sicilia e Irvos e con la collaborazione di Ais Sicilia, Federazione Strade del vino Sicilia, Slow Food Trapani, Idimed, Distretto tecnico Agrobiopesca e Casa Vinicola Fazio.
Lo scopo dell’incontro era quello di far riscoprire i valori del vino di qualità, soprattutto in relazione ad un consumo consapevole ed equilibrato che favorisca la prevenzione delle malattie cardiovascolari e tumorali e induca le persone ad un corretto stile di vita. A confrontarsi con la platea di operatori del settore vitivinicolo e rappresentanti delle istituzioni Vincenzo Fazio, presidente dell’associazione Strada del Vino Erice Doc, e due tra i più importanti medici-ricercatori siciliani che hanno studiato a fondo il legame tra vini rossi autoctoni e salute: Giuseppe Carruba, oncologo e presidente dell’Idimed, e Arian Frascheri, cardiochirurgo dirigente dell’ospedale Abate di Trapani.
“Il vino rosso associato alla dieta mediterranea è una alimento che si è dimostrato in grado di ridurre il rischio di malattie tumorali e cardiovascolari – spiega Carruba – bere vino durante i pasti, infatti, protegge contro la lipemia post prandiale e riduce l’aumento della pressione arteriosa”.
Queste capacità sono ancora più accentuate nei vini siciliani, specialmente quelli provenienti dai vitigni a bacca rossa. “In migliaia di anni di evoluzione genetica e di adattamento all’habitat dell’Isola in condizioni di forte stress pedoclimatico – prosegue Carruba – alcune varietà di uve rosse siciliane hanno mostrato la spiccata tendenza ad accumulare maggiore quantità di stilbeni. I rossi autoctoni siciliani, infatti, contengono un’elevata concentrazione di resveratrolo e piceatannolo, composti poco diffusi in natura e presenti nella nostra alimentazione prevalentemente nell’uva e nel vino, in misura di gran lunga maggiore rispetto ai vini provenienti da vitigni alloctoni”.
“Questi composti sono fondamentali nella prevenzione dell’infarto e delle malattie cardiovascolari – conferma il cardiochirurgo Arian Frascheri – i test clinici eseguiti negli Stati Uniti e in Belgio dimostrano che l’assunzione abituale di due bicchieri di vino rosso al giorno durante i pasti riduce sensibilmente la percentuale di rischio, rispetto agli astemi”.
“E’ importante sottolineare il valore salutare del consumo moderato di vino – spiega il presidente dell’associazione Strada del vino Erice Doc, Vincenzo Fazio – non solo per indurre i nuovi consumatori ad un uso più consapevole del prodotto, ma anche perché una corretta informazione sulle proprietà benefiche dei vini rossi siciliani può fungere da traino per la valorizzazione dei prodotti della Sicilia nei mercati italiani e internazionali, sempre più orientati a scelte di consumo salutistiche. E’ auspicabile che questa ricerca avviata già alcuni anni fa prosegua e venga validata da un partenariato di università ed istituti di ricerca internazionali”. Molti operatori siciliani presenti al convegno hanno offerto la loro disponibilità per creare un partenariato di ricerca mettendo a disposizione strumenti e campi sperimentali nei diversi e più vocati areali vitivinicoli della Sicilia.
C.d.G.